SQUADRA & COMPASSO

Massoneria, ribaltone: Seminario Gran Maestro. Ma è guerra legale

Con il favor delle tenebre, alle prime luci dell'alba la commissione elettorale del Goi sovverte l'esito delle urne di sei giorni fa. Annullate le schede su cui erano rimasti attaccati i tagliandi antifrode (sembra un contrappasso). Partono i ricorsi

Massoneria italiana nel caos. Nella notte, anzi alle prime luci dell’alba – precisamente alle 4.57 la Commissione elettorale nazionale (Cen) ha chiuso i lavori con la proclamazione di Antonio Seminario a Gran Maestro del Goi. Secondo i dati diffusi, l’attuale vice di Stefano Bisi ha ottenuto 6.369 preferenze (46,09%), Leo Taroni 6.343 (45,9%), mentre 688 voti (4,98%) sono andati al terzo concorrente, il barese Pasquale La Pesa. Un verdetto che ribalta l’esito delle urne dello scorso 3 marzo che, seppur con un vantaggio risicato (15 voti), avevano decretato la vittoria di Taroni, imprenditore ravennate. Un’elezione combattuta, evidente dalla spaccatura interna all’associazione – con il Nord su Taroni e il Sud a favore del calabrese Seminario – su cui si sono allungate fin da subito ombre di irregolarità se non veri e propri tentativi di sovvertire la volontà elettorale. Nei giorni scorsi il canale di Telegram di controinformazione massoniche Cavaliere Nero ha chiesto con insistenza di “vigilare su possibili manovre” ai danni di Taroni, evidentemente allarmato dalla reazione a caldo piuttosto irritata del Gran Maestro uscente Bisi. Una decisione che ha visto divisa anche la stessa commissione: 8 membri hanno votato a favore e 7 si sono espressi contro la invalidazione delle schede.

A sovvertire il risultato di sei giorni fa è l’annullamento le schede con il tagliando antifrode rimasto attaccato, decidendo di considerarle nulle, calpestando uno dei principi basilari delle elezioni democratiche, ovvero il “favor voti”, esattamente quello che simili occasioni ha applicato la Giunta per le Elezioni della Camera dei Deputati, a cui la Cen per la sua funzione è assimilabile. Inoltre, fanno notare ambienti del Vascello, la villa dove ha sede il Goi di Roma, nel 2014 e nel 2019 nella circoscrizione Marche (per la prima e la seconda elezione di Stefano Bisi) c’era stato lo stesso problema e la Cen aveva risolto la questione ritenendo validi i voti. A questo punto è facile prevedere una lunga controversia a colpi di carte bollate: prima con il ricorso alla Corte centrale del Goi, e poi, in caso di pronunciamento sfavorevole direttamente alla magistratura ordinaria. Anche perché, a presiedere quella sorta di Cassazione interna è Domenico Bellantoni, figlio di Ugo, gran maestro onorario di Vibo Valentia finito nell’occhio della magistratura e poi prosciolto in numerose indagini sul connubio mafia-massoneria.