VERSO IL VOTO

"Non abbiamo più niente da dirci",
Cinquestelle gelano Pd e Pentenero

La numero uno del M5s piemontese rifiuta l'invito a un nuovo incontro spedito dalla candidata dem. "Sono mesi che trattiamo con il partito che l'ha eletta, ma non ci ha mai dato risposte credibili" dice Disabato. Ma il braccio destro di Schlein non si perde d'animo

Li hanno portati a spasso per mesi e ora li lasciano per strada. A ventiquattr’ore dall’incoronazione di Gianna Pentenero è arrivata la doccia fredda del Movimento 5 stelle. Ieri l’assemblea del Pd piemontese aveva indicato l’assessore di Stefano Lo Russo come candidato da presentare al tavolo della coalizione per le regionali di giugno e al suo primo invito al confronto con i pentastellati la risposta è stata una porta in faccia.

“Adesso che il Pd ha il suo nome, crediamo non ci sia più motivo di incontrarci – afferma in una nota la coordinatrice e capogruppo regionale Sarah Disabato –. Ringraziamo Pentenero per l’invito, ma è doveroso ricordare che sono mesi che trattiamo con il suo partito, lo stesso che ha espresso il suo nome all’unanimità, e che in tutto questo tempo non ci ha mai dato risposte credibili per poter intraprendere insieme un progetto condiviso”. Parole che provano a chiudere definitivamente la partita che dimostrano come, sul territorio, i Cinquestelle non ne vogliono sapere di allargare il campo, anzi. Una posizione che salda Disabato e Chiara Appendino in un asse che fino a questo momento ha retto al punto da inibire Giuseppe Conte ad aprire qualsiasi trattativa con i dem. Prosegue Disabato: “Penso a temi importanti, come quello della sanità pubblica e gli interventi di edilizia sanitaria, con la nostra richiesta di rinunciare al partenariato pubblico-privato per la costruzione dei nuovi ospedali. Lo abbiamo sempre ribadito e continuiamo a dirlo ancora oggi: prima dei nomi c’è bisogno di programmi chiari, che diano risposte alle reali esigenze dei piemontesi”. Inutile dire che “i temi e i programmi” evocati a più riprese da Disabato (e condivisi da Appendino) non siano altro che il pretesto per chiudere definitivamente la porta alle richieste del Pd.

Ma non si perde d’animo Igor Taruffi, responsabile Organizzazione di Elly Schlein e partner della Taruffi & Baruffi, Premiata Ditta specialista in sfracelli elettorali: “Finché non saranno depositate le liste c’è tempo – spiega –. Diceva Boskov che rigore è quando l’arbitro fischia”. E mentre il Pd prende un gol dietro l’altro, tanto per rimanere in ambito calcistico, lui ribadisce che “siamo al lavoro ovunque per costruire le condizioni più ampie possibili”. E se all’ultimo momento c’è da sostituire il candidato per accontentare Conte, rivoluzionare le liste, cambiare in corsa gli alleati come continuano a fare in Basilicata a una settimana dalla presentazione delle liste che vuoi che sia. Insomma, Pentenero è avvisata.

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