SCIUR PADRUN

Confindustria: passo indietro di Garrone, Orsini nuovo presidente

La lettera del numero uno di Erg che annuncia il ritiro. Strada spianata per l'imprenditore emiliano, rimasto l'unico candidato. Perde la cordata della grande impresa. Piemonte spiazzato e di nuovo sconfitto

Per “una Confindustria forte, occorre innanzitutto mettere un candidato nelle condizioni di potersi scegliere la propria squadra e la propria struttura liberamente, senza alcun condizionamento e negoziazione che lo renderebbe debole e ne sancirebbe il fallimento sin dall'inizio”. Con una lunga lettera, “commosso ed emozionato”, Edoardo Garrone annuncia: “La scelta di anteporre il fine alla persona, mi impone quindi di fare un passo indietro e di consentire ad Emanuele Orsini di trovare quelle condizioni ideali per guidare Confindustria senza condizionamenti, e di poterlo fare con grande senso di responsabilità, in nome di un fine collettivo che è molto più importante di noi singoli”.

Leggi qui la lettera di Garrone

“Questa – aggiunge il presidente di Erg – è una rinuncia che personalmente mi costa molto, ma che confido possa determinare una svolta comportamentale e sostanziale, rendendomi e rendendoci orgogliosi di averlo fatto e di aver contribuito ad un cambiamento storico doveroso, esprimendo un modo di essere al servizio del sistema e non un sistema al servizio di sé stessi. È una scelta di responsabilità che chiedo anche a voi tutti domani con il voto, per dare un segnale forte e di unità a tutti gli stakeholder e all’intero Paese”.

Dopo questa decisione la strada verso la presidenza porta a Orsini. Domani si riunisce il Consiglio generale di Confindustria che voterà per designare il prossimo presidente. L’elezione sarà il 23 maggio con il voto dell’assemblea.

Il ritiro di Garrone rappresenta la sconfitta dei cosiddetti caminetti, che finora hanno determinato la guida in viale dell'Astronomia, spesso dimenticando che l'ossatura dell'organizzazione è rappresentata non dai grandi campioni industriali ma dalle migliaia di piccole e medie imprese associate. Uno schiaffo, insomma, per Marcegaglia, Bracco, montezemolo, Trochetti Provera che pensavano ancora di determinare le scelte di Confindustria. Come nel 2000 la contrapposizione tra grande industria e piccole imprese, che allora segnò l’imprevedibile sconfitta del top manager della Fiat Carlo Callieri e l’ascesa alla presidenza del piccolo imprenditore napoletano, Antonio D’Amato, anche stavolta la guida finisce nelle mani di un piccolo imprenditore. A livello territoriale, sconfitto (di nuovo, dopo la Caporetto con Licia Mattioli) il Piemonte che, sulla scia di Assolombarda, aveva scommesso sull'imprenditore ligure per poter tornare a occupare qualche poltrona ai vertici romani.

Emanuele Orsini, emiliano, nato nel 1973, è attualmente vice presidente uscente con delega a Credito, Finanza e Fisco, ha costruito la sua carriera dal basso, entrando in Sistem Costruzioni, realtà produttiva leader nel settore dell’edilizia in legno, di cui è poi diventato amministratore delegato, a capo di un gruppo forte di 15 società. Dal 2020, dopo la morte del suocero Lanfranco Fiandri, Orsini diventa anche presidente e ad di Tino Prosciutti, azienda parmense con quattro stabilimenti produttivi, leader in Italia nella lavorazione e nella produzione di prosciutto crudo.

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