SANITÀ

Calano i medici, ma non per Cirio.
Pd, guerra dei numeri sulla Sanità

Valle porta i dati delle Asl: "In cinque anni ci sono 800 dottori in meno. Quante prestazioni abbiamo perso?”. E il segretario Rossi chiede un piano contro le dimissioni dei camici bianchi dagli ospedali. La replica di Icardi: "Il Pd dà i numeri, sbagliati"

“I dati sono inattaccabili, ce li hanno forniti i direttori generali”. Hanno messo le Pec sul tavolo i dem piemontesi per l’ultima conferenza stampa della legislatura. Il momento giusto per tornare all’attacco del governatore Alberto Cirio sulla sanità piemontese. Che guardando ai dati raccolti dal Pd ha perso medici e infermieri anche quest’anno, perlomeno sui contratti a tempo indeterminato: persi 114 camici bianchi e 61 infermieri e 38 tecnici, mentre ci sono 95 Oss e 147 amministrativi in più. “C’è un miglioramento, perdiamo un po’ meno degli anni precedenti, ma continuiamo a perdere”, commenta il vicepresidente del Consiglio Daniele Valle. È il terzo anno di fila che fanno questa conferenza stampa per ribattere ai numeri di Cirio, che non mancherà di rispondere anche stavolta. “Due anni fa ha annunciato mille assunzioni, l’anno scorso 2mila. Secondo i nostri calcoli ora dovrebbe annunciarne 4mila”, scherza Valle. Secondo i loro numeri invece i medici a tempo indeterminato sono 772 in meno dal 2019: “Quante prestazioni sono in meno?”. Secondo Valle “ai sindacati Cirio ha raccontato bugie. I dati che continuano a uscire sulle liste d’attesa ci dicono anche questo”.

E non va meglio per gli infermieri, che scendono anche nel 2023 (-61), seppur meno del -401 fatto segnare nel 2022. Ma i numeri cambiano in positivo se si includono i contratti a tempo determinato superiori ai dodici mesi: così il Piemonte conta 9 medici in più nel 2023. Ma non sono posti fissi. I democratici chiedono impegni concreti: “Un piano sociosanitario e un piano di assunzioni”. “Il presidente Cirio è molto bravo a raccontare le sue cose” ma la situazione è drammatica. E si fa ben poco per fermare chi getta la spugna: “Quando un medico dà le dimissioni non viene neanche chiamato. Ci vuole un piano antiesodo” dice il segretario Mimmo Rossi. Poi, rispondendo ai cronisti, commenta le indiscrezioni sul piano di FdI per la sanità regionale: “Noi non abbiamo nulla contro il privato ma deve funzionare il pubblico, perché altrimenti si crea una disparità tra chi può pagare e si cura, e chi non può pagare”. In fondo, come spiega l’albese Maurizio Marello: “se c’è un modo di ingrossare il privato, è non far funzionare il pubblico”. A stretto giro, la replica dell'assessore alla Sanità, Luigi Icardi: “Il Pd può continuare a dare dei numeri non corretti, se pensa così di alimentare la campagna elettorale, la verità però sta nelle tabelle ufficiali condivise durante le riunioni dell’Osservatorio per il personale sanitario sia del comparto sia della dirigenza medica, le ultime svoltesi il 5 e il 27 marzo”, Icardi ribatte ai numeri del dem sullo stesso terreno, quello delle cifre e spiega che "nella sanità piemontese nel 2019 lavoravano, secondo i dati certificati dal ministero della Sanità, 54543 persone, di cui 54117 a tempo indeterminato e 426 a tempo determinato. Al 29 febbraio 2024 il numero delle persone impiegate nella sanità piemontese è salito a 56841, di cui 55592 con contratti a tempo indeterminato e 1249 a tempo determinato. Rispetto al 2019 quindi i tempi indeterminati sono 1475 in più e quelli determinati 823 in più. Complessivamente, con buona pace del Pd, nella sanità piemontese rispetto al 2019 lavorano 2298 persone in più”. 

 

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