RETROSCENA

Cirio proroga i direttori Asl e li "inchioda" al bilancio

Cosa c'è dietro l'annuncio a sorpresa dell'allungamento dei mandati fino a dicembre? Nella maggioranza si dava per scontato il rinnovo dei vertici a settembre. Evitare un "liberi tutti" prima della chiusura dei conti. Le ripetute limature dei preventivi di spesa

“Com’è umano lei” diceva il ragionier Fracchia a un perfido Gianni Agus nei panni di un tutt’altro che magnanimo capo. E un po’ Fracchia lo sembrano adesso tutti quei direttori generali delle Asl, in scadenza nel giro di un paio di due mesi, che di fronte all’annuncio del governatore Alberto Cirio che proroga il loro mandato a fine anno si riassestano sulle loro poltrone, assai più comode del sacco informe di Paolo Villaggio, spendendosi in ringraziamenti volti al quarantesimo piano del grattacielo. E in sospiri di sollievo.

Una proroga era scontata, ormai da tempo. La sorpresa sta nei tempi, visto che nella maggioranza di centrodestra era opinione comune oltrepassare le elezioni regionali e fissare al massimo a settembre il rinnovo dei vertici, frutto dei nuovi equilibri tra i partiti della coalizione emersi dal voto. 

Non dovendo metter in conto il rischio di lasciare a un’altra maggioranza la scelta dei manager, ma dovendo altrettanto evitare forzature che avrebbero fatto rima con fratture nel caso del rispetto della scadenza dei contratti prima delle consultazioni regionali, da Fratelli d’Italia alla Lega, passando per Forza Italia erano pronti a mettere mano al dossier non appena insediata la futura giunta e appena lasciate alle spalle le ferie agostane.

Ecco perché, un po’, ha sorpreso l’annuncio di Alberto Cirio arrivato in men che non si dica ai diretti interessati. Loro avrebbero voluto esserci oggi alla presentazione del programma sulla sanità del centrodestra. Almeno, così ha detto il presidente spiegando che era stato proprio lui a rispondere che fosse meglio facessero i manager, piuttosto che i supporter dei politici. C’è da giurare che in molti, forse tutti, si sarebbero spellati le mani applaudendo, figurarsi alla notizia che non a settembre, ma solo a fine anno il loro mandato sarebbe finito e, chissà, magari rinnovato. Senza, magari star lì a chiedersi la ragione di cotanta magnanimità. 

Perché un motivo, quell’allungamento dei mandati fino al 31 decembre, ce l’ha e chissà che non suoni proprio come un gentile omaggio per i direttori di Asl e Aso. Facendo su è giù tra i primi e gli ultimi piani del grattacielo del Lingotto l’idea si consolida e la decisione di lasciare al loro posto i manager perché rispondano fino all’ultimo giorno dei bilanci, soprattutto delle spese, per l’anno in corso diventa annuncio ufficiale del governatore. Meglio evitare anche il rischio più remoto di un cambio dei vertici delle aziende sanitarie a tre mesi della fine di un anno in cui, come sempre peraltro, le previsioni di spesa hanno dovuto passare più volte al vaglio degli uffici regionali e ogni volta limate rispetto ai piani, un po’ troppo di manica larga, dei manager.

C’è, dunque, una ragione e non è la magnanimità del capo, alla base della proroga dei contratti con i direttori generali. E’, semmai, l’intenzione di evitare di affidare l’ultimo scampolo del 2024, quello notoriamente in cui se del caso si devono stringere i cordoni per far quadrare i bilanci consuntivi, ai nuovi manager. E sarà anche guardando proprio ai conti degli ultimi mesi, oltre che alle cordate di ciascun partito in cui molti manager sono abili ad unirsi, che la prossima giunta sceglierà i vertici delle aziende sanitarie, confermando o cambiando quelli attuali. Pronti a far i tutto per conservare la poltrona, fosse anche il sacco di Fracchia.

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