FINANZA & POTERI

Poker d'assi per la CrAsti

Al via il Palio della Fondazione. Ai nastri di partenza quattro aspiranti alla presidenza: Pia, Negro, Malabaila e Scaltrito. Ma il boccino è nelle mani del sindaco Rasero che vuole piazzare un fedelissimo per garantirsi un futuro smessa la fascia tricolore

Il risiko per la presidenza della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti si gioca con quattro carte. C’è l’aspirante che sgomita: Aldo Pia. Uno che non disdegnerebbe l’incarico ma, astuto come una volpe, non si espone: Livio Negro. Una che lo vorrebbe, ma per timore di venire impallinata, dice che non le interessa: Paola Malabaila. L’ultimo, il più accreditato, si fa pregare per essere sicuro di raccogliere la quasi unanimità dei consensi: Roberto Scaltrito. Ecco i pretendenti al nastro di partenza del Palio di CrAsti.

Aldo Pia, indomito collezionatore seriale di poltrone, farmacista, attuale presidente provinciale e vice regionale di Confcommercio, alla vigilia degli ottant’anni ha dovuto mollare pochi giorni fa l'ultimo strapuntino conquistato con fatica, quand’è scaduto dal Consiglio generale della Compagnia di San Paolo, dov’era approdato dopo essere stato vicesindaco di Asti, presidente della locale Camera di Commercio, presidente della Banca di Asti e di Biverbanca regnando sul sistema bancario astigiano (e non solo) ininterrottamente dal 2003 al 2020. Lo speziale però non è disposto a farsi da parte. Dopo aver ricevuto il due di picche dai vertici della politici locale (almeno così dicono i bene informati) ai quali ha contestato il reato d’ingratitudine (“proprio voi che mi dovete tutto”), pare che negli ultimi giorni stia consumando il tastierino del telefono per chiamare amici e conoscenti, tra i nuovi consiglieri della Fondazione e le organizzazioni di categoria, per sollecitarli a perorare la sua elezione a presidente, perché è l’unico, a detta sua, che è in grado di guidare l’istituzione.

Paola Malabaila: in cuor suo lo desidera, pare anche ardentemente, ma siccome teme di non avere i consensi necessari fa spallucce e afferma di non aver tempo. Alla guida di un florido gruppo di costruzioni, già presidente dell’Unione Industriale di Asti, attuale presidente di Ance Piemonte e Valle d’Aosta, ha maturato una solida esperienza anche in Fondazione, dove riveste l’incarico di vicepresidente da un quadriennio. Le mancano soltanto i voti.

Livio Negro, imprenditore nel settore informatico e, più recentemente, albergatore con un resort di super lusso e annesso ristorante gestito dallo chef stellato Cannavacciuolo. La struttura, con tanto di pista di atterraggio per elicotteri, è stata costruita nei pressi del Parco Paleontologico Astigiano di cui, incidentalmente, è presidente, nominato dalla Regione Piemonte dove ha tra i suoi numerosi estimatori il vicepresidente Fabio Carosso, di cui cinque anni fa sostenne la campagna elettorale. L'imprenditore, con rapporti trasversali e di alto livello, ha anche ottenuto l’endorsement di don Luigi Berzano, sociologo e già docente dell’Università di Torino, parroco di Valleandona, ridente borgo astigiano nel cuore del Parco Paleontologico, il quale s’è detto compiaciuto che un suo parrocchiano possa ambire a una così alta carica.

Roberto Scaltritoio vorrei, non vorrei, ma se vuoi… Consulente del lavoro, profilo basso e defilato, ha come requisito principale il fatto di essere uno dei più fedeli pretoriani del sindaco di Asti Maurizio Rasero. Promotore della lista dei Giovani Astigiani che supportò Rasero nella prima elezione a primo cittadino nel 2017, è stato premiato con una poltrona da consigliere d’amministrazione della Fondazione nel 2021. Oggi, per farsi pregare, ha fatto sapere che avrebbe delle serie difficoltà a conciliare la sua professione e gli impegni di famiglia con l’eventuale incarico di vertice della Fondazione.

La scelta, riferiscono insider di corso Alfieri potrebbe proprio cadere su Scaltrito, perché a decidere sarà Maurizio Rasero, sindaco-podestà di Asti e presidente della Provincia, che ha effettuato sei nomine nel Consiglio d’indirizzo e pilotato altre due cooptazioni. Rasero ha infatti l’assoluto interesse di collocare nella posizione un suo fedelissimo, in grado di accettare benevoli suggerimenti per poter piazzare i suoi (famelici) accoliti nelle società partecipate e controllate dalla Fondazione, tra le quali, in primo piano, c’è la Banca di Asti e per garantirsi, al termine del mandato da sindaco, nel 2027, un posto al sole, caldo e possibilmente ben retribuito.

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