VERSO IL VOTO

Il pioniere dell'autonomia e la grillina. Tutti gli "ex" nella tana di Lupi

Noi Moderati in campo con Cirio. Si rivede Gremmo, antagonista di Farassino, prima alleato poi nemico di Bossi. Dal M5s (dopo una fuitina con Portas) in pista anche l'ex consigliera regionale Batzella. Venerdì la presentazione ufficiale

È stato il padre dell’autonomismo in Piemonte. Eclettico ed eccessivo, estremo prima ancora che estremista. Alle prossime regionali torna in pista per uno scranno a Palazzo Lascaris Roberto Gremmo, classe 1950 da Biella, uno che girava i paesi della regione con la sua Union Piemontèisa quando la Lega era ancora solo nella testa di un giovane studente fuoricorso di medicina. Uno storico, Gremmo, che agli albori della sulla carriera politica abbraccia gli ideali comunisti, anzi maoisti prima di scegliere la strada dell’autonomismo. La prima adesione alla Lega è datata 1966, ma era quella dei comunisti marxisti-leninisti. Al suo fianco ha sempre avuto la moglie Anna Sartoris – scomparsa lo scorso anno  – con la quale nel 1973 fonda Alp, prima pubblicazione d’ispirazione autonomista e indipendentista piemontese. Ci sarebbero voluti altri undici anni prima che Umberto Bossi, nel 1984, fondasse la Lega Lombarda. Un precursore e come tutti i precursori rimasto sullo sfondo mentre altri si sono presi la ribalta. Si racconta che sempre nel 1973 abbia rappresentato gli autonomisti piemontesi in un vertice svoltosi a Lovanio in Belgio, in cui l’Eta basca firmò un patto di fratellanza con gli indipendentisti valdostani, sardi, con l’Ira irlandese e i patrioti fiamminghi tanto per dire dove quelle pulsioni d’autonomia avrebbero potuto sfociare. Ma lui era un uomo di libri, mica di armi.

Negli anni Ottanta arrivano i primi incarichi pubblici: nel 1985 è eletto alla Provincia di Torino e nel Consiglio regionale della Val d’Aosta, poco dopo entra anche nell’assemblea cittadina di Santhià, nel 1989 a Bussoleno, nel 1990 a Torino. Intanto la moglie Sartoris approda a Palazzo Lascaris. Sono gli anni in cui Bossi federa i movimenti del Nord con la sua Lega Lombarda, a Torino il movimento si salda attorno alla figura di un altro personaggio versatile e carismatico come Gipo Farassino e così si consuma la rottura con Gremmo che proseguirà la sua strada da solo ma ben presto tornerà ai suoi libri.

Ora però ha deciso di riprendersi la scena e lo farà con la lista di Noi Moderati alle prossime regionali. Maurizio Lupi così anche se in sedicesimo fa quello che Antonio Tajani ha messo in campo con Forza Nord, la componente forzista capitanata da Flavio Tosi per raccattare gli scontenti della Lega. Dopo la candidatura di Roberto Cota alle europee con Forza Italia, Gremmo rappresenta un altro pezzo dell’identità leghista, forse uno dei più autentici, che va a rafforzare (e legittimare) un alleato-concorrente di Matteo Salvini. Assieme a lui saranno candidati l’ex consigliera regionale del M5s Stefania Batzella, Savino Ippolito, già candidato a sindaco di Venaria col Pd, il costruttore Alessandro Borini, eletto nella Circoscrizione 1 con Torino Bellissima prima di abbandonare Paolo Damilano, la farmacista Stephanie Manoka, anche lei candidata nel 2021 con la formazione dell’imprenditore acqua & vino, e l’avvocato Emanuel Faletti.

Facendo parte del tavolo nazionale, Noi Moderati avrebbe diritto anche a un componente nel listino e questi erano gli accordi con Alberto Cirio quando s’iniziò a formare la lista: il posto è già prenotato dal senatore alessandrino Massimo Berutti ed è proprio lui, insieme a Lupi, che sta conducendo la trattativa nazionale. Qualcosa di più se ne saprà venerdì quando Lupi sarà a Torino per la presentazione ufficiale dei candidati.

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