POLITICA & GIUSTIZIA

Toti, dimissioni "annunciate" dal capo di gabinetto

Come gli altri indagati anche Cozzani si avvale della facoltà di non rispondere al gip ma rivela la decisione di lasciare l'incarico alla Regione Liguria. Un passo che sarà seguito dal governatore, accusato anche di falso per i finanziamenti ricevuti da Colucci

Dopo il governatore Giovanni Toti, anche il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani non risponde al gip. Nell’interrogatorio di garanzia di oggi si è limitato a negare gli addebiti, senza entrare nel merito “vista la mole di atti da studiare”, ha spiegato il suo avvocato Massimo Ceresa Gastaldo. Chiarirà in un secondo momento “con la massima disponibilità”. Non si è tenuto invece l’interrogatorio di Aldo Spinelli, figura chiave del “sistema corruttivo” ipotizzato dalla procura di Genova. “Gli avvocati non ci sono, mi hanno lasciato solo – ha detto lasciando il palazzo di giustizia –. Saprete tutto lunedì”.

Al giudice, chiamato a convalidare le misure cautelari nella maxi inchiesta ligure, l’ex sindaco di Porto Venere Cozzani ha spiegato che le esigenze di arresto “non sono più sussistenti”, dal momento in cui non sarà capo di gabinetto. “Si dimetterà appena revocati i domiciliari”. Parole che sembrano preludere il passo indietro di Toti. Il governatore, infatti, starebbe “pensando” alle dimissioni – come ieri ha rivelato il suo legale – in accordo con le forze della sua maggioranza, un gesto che potrebbe arrivare quasi contestualmente alla revoca degli arresti domiciliari. Il centrodestra con varie sfumature è su posizioni garantiste – più netto Matteo Salvini, il cui partito è tra i beneficiari dei finanziamenti di Spinelli, meno granitici Fratelli d’Italia locale e Forza Italia – ma consapevole di non poter a lungo reggere una Regione decapitata.

Cozzani è indagato per corruzione elettorale aggravata dalla finalità di agevolare l’attività di un clan mafioso. Durante la campagna elettorale per le regionali del 2020, avrebbe portato i voti della comunità riesina garantiti da esponenti della famiglia mafiosa Cammarata (almeno 400), con la promessa di posti di lavoro e alloggi popolari. Secondo gli inquirenti Toti sapeva, anzi sarebbe stato il “mandante” dell’operazione. A fare da tramite per conto di Cozzani con i siciliani, per la procura di Genova, gli imprenditori Maurizio e Arturo Angelo Testa, dirigenti di Forza Italia ora sospesi dal partito.

Intanto dalle carte emerge un nuovo reato attribuito a Toti. Il governatore è infatti indagato anche per falso, nell’ambito della gestione delle discariche in provincia di Savona. Vicenda che coinvolge il ras dei rifiuti Pietro Colucci, campano, indagato per finanziamento illecito. I soldi versati in vari anni al comitato elettorale di Toti da Colucci ammonterebbero a 195mila euro: secondo gli inquirenti non sono mai stati dichiarati.

print_icon