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Brucia monnezza e macina utili, inceneritore (d'oro) per Torino

A dieci anni dalla sua entrata in funzione l'impianto del Gerbido gode ancora di ottima salute. Nel 2023 sono state trattate 600mila tonnellate di rifiuti. Agli azionisti saranno distribuiti oltre 36 milioni (una manna anche per Iren)

Brucia rifiuti e produce utili il termovalorizzatore di Torino che proprio in questi giorni ha festeggiato i suoi primi dieci anni di vita. Il bilancio 2023, approvato oggi, si chiude con un utile netto di 39 milioni e un margine di oltre 79 milioni. Sono rimaste pressoché invariate le quantità di rifiuti conferiti (circa 599mila tonnellate, 4 mila in meno rispetto al 2022), mentre la produzione annua di energia elettrica si è attestata a 412 mila MWh, corrispondenti al fabbisogno di circa 182mila famiglie. A questo si aggiungono 138mila MWh di energia termica ceduta attraverso la rete di teleriscaldamento, capace di scaldare9.900 abitazioni. “Dati che confermano il contributo significativo alla sostenibilità ambientale” si legge nella nota di Iren, che controlla la società Trm, a sua volta gestore dell’impianto. Rispetto allo scorso anno sono calati sensibilmente sia i ricavi (da 203 a 122 milioni) sia gli utili (da 94 a 39 milioni): una contrazione dovuta essenzialmente al calo del prezzo dell’energia.

I dati di Trm confermano l’ottimo stato di salute del termovalorizzatore, tra le poche note liete di un settore – quello Ambiente – che in Iren fatica a produrre utili.  L’assemblea ha approvato un dividendo complessivo di 36,7 milioni da distribuire agli azionisti (i due principali sono Iren con l’80%, che incasserà più di 30 milioni, e il Comune di Torino con il 16,5%, cui andranno 6 milioni). Insomma, una manna anche per la stessa Iren, alla prese con la bufera giudiziaria che ha coinvolto l'ormai ex ad Paolo Signorini, e una certa difficoltà a rendere redditizi i tanti investimenti fatti finora.

Nel 2023 Trm ha, inoltre, destinato 3,6 milioni a investimenti, utilizzati prevalentemente per la realizzazione di opere infrastrutturali e per interventi di miglioramento dell’impianto e dei processi industriali. A dimostrazione della buona redditività dell’impianto anche il Roe, indicatore che serve per valutare quanto rende il capitale conferito all’azienda dai soci: 30% (a fronte del 9% di Iren). L’amministratore delegato Giusi Di Bartolo sottolinea come questi dati dimostrino la capacità di Trm “di coniugare efficienza industriale con sostenibilità e forte attenzione all’ambiente”, mentre il presidente Alessandro Battaglino pone l’accento sul “ruolo strategico di questo impianto nel ciclo integrato dei rifiuti”. Buone notizie in attesa che la Regione decida se vararne l'ampliamento, attraverso la realizzazione di una quarta linea, oppure realizzare un nuovo impianto in un'altra area del Piemonte.