POLITICA & AFFARI

Garnero-Santanché, un altro fallimento

Dopo la vicenda Visibilia, chiude i battenti un'altra azienda legata alla famiglia della ministra, l'Unione Corrieri Cuneesi. Nei giorni scorsi l'avvio della liquidazione giudiziale. Intrecci tra impresa e politica del fratello (d'Italia) e la candidatura alle regionali saltata all'ultimo

Tempi duri per la famiglia Garnero-Santanché. Non solo le vicissitudini della ministra del Turismo, Daniela Santanché, con le inchieste che ruotano attorno a Visibilia, in questi giorni è arrivata anche la liquidazione giudiziale dell’Unione Corrieri Cuneesi, società fondata nel 1984 dal papà della ministra, Ottavio Garnero, e fino a qualche settimana fa almeno formalmente nelle mani del fratello Massimo Garnero, per quando fosse inattiva dal 2016. Una vita tra impresa e politica quella della famiglia cuneese. Il sodalizio con Flavio Briatore, da una parte e con Ignazio La Russa dall’altra, ha consentito a Daniela di prendersi la scena e rimanere per decenni sotto i riflettori. Prima al fianco di Gianfranco Fini, poi con Silvio Berlusconi ora con Giorgia Meloni. Stella che, tuttavia, oggi sembra offuscarsi.

“Noi siamo Fratelli d’Italia e io qua ho il fratello capolista” diceva Santanché in un video elettorale del 2022 quando Massimo Garnero era candidato alle comunali di Cuneo con FdI. L’8 giugno di quell’anno la sorella tornò nella città natale per un evento pubblico al suo fianco, in cui c’era anche l’attuale presidente del Senato. Garnero venne eletto e oggi è il capogruppo di FdI a Cuneo, dove però a governare è il centrosinistra, con la sindaca dem Patrizia Manassero.

Diplomato in ragioneria, Massimo ha continuato l’attività del padre fino al 2015 e oggi è direttore generale della Tomatis autotrasporti srl, società nata proprio dalle ceneri della Unione Corrieri Cuneesi. La sua passione per la politica si unisce a quella per lo sport: è stato presidente del Busca calcio dal 1998 al 2001 e poi numero due del Country Club di Cuneo dal 2012 al 2018.

Sono passati 40 anni da quando Ottavio Garnero fondò una società che sarebbe diventata negli anni sempre più forte. Nel suo periodo migliore, tra gli anni Novanta e i primi del Duemila, la Unione Corrieri Cuneesi proponeva un servizio per la distribuzione e il ritiro di merci in particolare in Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna. Possedeva anche un’unità locale come deposito e magazzino a Torino, in via Pacini. Mentre Daniela spiccava il volo verso Roma e Milano, gli altri due figli di Ottavio – Massimo e Fiorella, soci al 60 e al 40 per cento – si sono occupati dell’azienda di famiglia. Massimo, in particolare, aveva assunto il ruolo di presidente e amministratore delegato. Finché, poco meno di dieci anni orsono, ha chiuso l'attività.

E chissà che queste vicissitudini, assieme a quelle della sorella, non abbiano influito anche sull’esclusione di Garnero dal listino di Alberto Cirio, dove a lungo è stato in predicato di entrare grazie ai buoni uffici sul territorio del capogruppo di FdI a Palazzo Lascaris, il cuneese Paolo Bongioanni. Di mezzo ci si è messo un altro ministro cuneese, Guido Crosetto, che ha sponsorizzato il “recupero” dell’ex assessore leghista Claudio Sacchetto, escluso dalla lista proporzionale; Bongioanni, sempre più sensibile alle indicazioni e ai consigli del Gigante di Marene, ha fatto buon viso a cattivo gioco e così di Garnero si sono perse le tracce nell’ultima trattativa svolta a Roma, sul tavolo di Giovanni Donzelli. Impresa e politica, tutto si tiene. Lo sapeva bene anche lui che, intercettato due anni fa al telefono con l'amministratore delegato di Visibilia Massimo Cipriani si raccomandava, parlandi di Visibilia: “Non dobbiamo farla fallire, c... Anche se lei, come ministro poi, è un casino”. Fu facile veggente.

L’attività dell’Unione Corrieri Cuneesi, come detto, era cessata già nel 2016, ma solo ora l’azienda è stata posta il liquidazione giudiziale. Lo scorso 4 marzo il tribunale ha nominato Monica Garro come curatrice. All’udienza che si è svolta nei giorni scorsi davanti al giudice Rodolfo Magrì è iniziata la procedura che porterà alla liquidazione del patrimonio e al pagamento dei creditori.

Intanto Garnero ha assunto un nuovo incarico alla Tomatis Autotrasporti, che ha la sede proprio dove l’aveva l’Unione Corrieri Cuneesi in via Motorizzazione 15, frazione Madonna dell’Olmo, a Cuneo. Alla Tomatis Autotrasporti, Garnero è direttore generale, incarico rilevato dalla sorella Fiorella, che ha guidato l’azienda fino al 2019, finita tra gli indagati per il dissesto della Visibilia. Un'altra azienda di famiglia, in cui tra i soci compare anche il nome di  Francesca Salvagno, accidentalmente la moglie di Massimo Garnero, già candidata alle elezioni di Cuneo del 2017, nella stessa lista del futuro marito. Quella di Forza Italia, dove allora militava ancora la famiglia Santanché. 

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