VERSO IL VOTO

Regionali, grandi sbadigli in Piemonte

"No, il dibattito no!". Il lamento morettiano degli elettori stremati dopo l'ennesimo confronto tra i candidati. Disabato è carica a molla ma spara a salve, Pentenero fa troppe ripetizioni. Cirio amministra il vantaggio, schiva la grillina e attacca l'avversaria dem

Ci si punzecchia ma non si litiga. Al terzo dibattito in cinque giorni, ormai Alberto Cirio vede Gianna Pentenero e Sarah Disabato più dei figli. Le due sfidanti del governatore non potrebbero essere più diverse: se la grillina è gasata dalla campagna e quando può spara ad alzo zero, la frontwoman del centrosinistra è rassicurante e compassata. Profilo basso per il governatore uscente che con oltre 20 punti di vantaggio, sa che è più importante non sbagliare che strafare.

Cirio è un langhetto e come un taboj sa annusare la platea, che oggi era quella della Cisl. Un pubblico pragmatico, con i piedi per terra, che non si fa abbindolare da facili promesse. Strappa il primo applauso citando il suo meccanico: “Se sei venuto a parlarmi di un problema e non hai la soluzione, vuol dire che fai parte del problema”. Saggezza popolare o precetto da meeting motivazionale per aspiranti manager, poco importa: è efficace. Un altro applauso lo riceve quando, col tono del padre di famiglia, ricorda che “programmare era complicato durante il Covid”. Battimani che non si registrano per le sue competitor. Disabato è più inesperta, mentre Pentenero forse sconta la provenienza dalla Cgil, ma la platea la tratta con indifferenza. Eppure gli unici due consiglieri piemontesi tra il pubblico sono i dem Alberto Avetta e Monica Canalis, mentre in fondo alla sala trova posto la capolista per gli Stati uniti d’Europa a Torino Vittoria Nallo.

Pentenero prova a recuperare incalzando i grillini sulla Tav: “Qualcuno deve farsi un esame di coscienza”, ma il tema scema presto anche perché Disabato, pur non rinnegando la contrarietà all’opera, ricorda che “il Parlamento ha deciso”, e che in fondo il tema non è regionale. Disabato cresce di un tono a ogni confronto, e risveglia la platea col sarcasmo: “Questo scaricabarile sulle ferrovie sospese è davvero commovente, come se il presidente Cirio e l'assessora Pentenero non fossero stati al governo della Regione Piemonte negli anni precedenti”. Le 14 ferrovie bloccate sono il suo cavallo di battaglia per le infrastrutture, al centro del dibattito del sindacato cislino. Ha capito che la platea non le è propriamente compiacente: “C’è chi dice che siamo contro lo sviluppo, ma le opere devono essere sostenibili e strategiche”. Uno nel pubblico mormora: “È la decrescita felice”.

Visto che si parla di trasporti, Cirio si rivende anche il nuovo treno che collega il capoluogo con l’aeroporto di Caselle, ovviamente senza scordarsi di citare la collaborazione col sindaco di Torino Stefano Lo Russo. Pentenero ne ha abbastanza: “Quando si parla di concordia istituzionale io sono assolutamente d’accordo con quello che dice Cirio, che però non vuol dire omologazione del pensiero. È chiaro che sulla Metro 2 siamo tutti d’accordo, vorrei capire quale forza politica può non esserlo” è il succo del suo discorso, per la verità espresso con qualche ripetizione di troppo.

Prima del confronto i cislini portano un’analisi che non si ferma alle infrastrutture. Nella regione sono scese le ore lavorate nell’industria, mentre crescono le ore nei servizi, che in Piemonte in particolare hanno bassa produttività. Dal 1990 le emissioni sono scese, ma quelle dei trasporti si sono alzate, anche in valore assoluto. E poi i corridoi Genova-Rotterdam e Lisbona-Kiev che si incontrano in Piemonte, un tema sul quale chiedono “più convinzione”, perché “l’impressione è che fino a oggi si è giocato più per obbligo che opportunità”.

Disabato assedia Cirio sperando in una replica, ma il governatore si guarda bene dal darle soddisfazione, ricorda solo la “serietà” con cui vanno gestiti i soldi in una Regione che ha ancora tanti debiti. Ma è solo un riferimento implicito ai tanti, forse troppi, capitoli di spesa che Disabato vorrebbe aggiungere al bilancio piemontese. Alla fine l’unica correzione la fa a Pentenero che aveva spiegato come i fondi europei fossero cresciuti per tutti. Cirio sale in cattedra da capo della delegazione italiana al Comitato delle Regioni “La dotazione europea dei fondi di coesione è aumentata del 15% in italia, mentre in Piemonte è cresciuta del 50%. E lo so perché la trattativa l’ho fatta io”. Arrivederci al prossimo dibattito. Stesso copione.

print_icon