SANITÀ

Tac subito, senza liste d'attesa. In Piemonte devi essere morto 

Mentre i pazienti attendono mesi, a Casale Monferrato macchinari e medici lavorano fuori orario, addirittura di sera. Sì, ma per esami su mummie provenienti dall'Università di Genova. Che sia necessario il "trapasso" per ridurre i tempi?

Non basterà neppure fingersi morti. Neppure la collaudata strategia dell’opossum, resa celebre dall’accorto utilizzo fattone dal governatore del Piemonte Alberto Cirio per aggirare le situazioni più complicate, può servire contro le eterne liste d’attesa della sanità pubblica. Per avere una Tac, senza aspettare troppo e addirittura far mettere in funzione il macchinario e al lavoro medici e tecnici alla sera, morti bisogna esserlo davvero. Meglio ancora se da un bel po’ di anni.

Lo attesta quanto successo ieri all’Ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato, dove dalle 19 fin dopo le 20 la sofisticata apparecchiatura ha lavorato su quattro reperti inviati dal Museo di Teratologia dell’Istituto di anatomia patologica dell’Università di Genova. Si tratta, come spiega la stessa Università nella lettera con cui ha chiesto di poter eseguire gli accertamenti nell’ospedale piemontese, di feti con evidenti malformazioni e che, allo stato, sarebbero mummificati. Reperti di cui l’ateneo genovese rimarca la “rarità” e sottolinea “l’interesse scientifico mediante la virtual autopsy”, ovvero un’autopsia virtuale affidata proprio alla Tac e a chi, come il primario radiologo dell’ospedale Giuseppe Minetti viene riconosciuto come un’autorità in materia.

La prenotazione, se così vogliamo chiamarla, arriva da Genova il 10 di marzo dello scorso anno. E nonostante non si tratti proprio di un esame di routine, l'iter va avanti, mentre i tempi di attesa continuano a far schiumare di rabbia chi, vivo seppur magari non poco acciaccato, deve aspettare da Nord a Sud del Paese ed egualmente sul territorio piemontese,  pur avendo necessità, diciamo, impellenti rispetto alle mummie.

Si dirà, come in effetti vien spiegato, che quell’orario serale scelto per la Tac a chi non ha più fretta è stato scelto proprio per non intaccare l’attività rivolta ai pazienti, per loro fortuna ancora in vita. Senza contare che se unire i vivi e i morti nella preghiera è un conto, nei locali di un ospedale un altro, con tutte le procedure e le cautele da osservare.

A fronte del comprensibile orgoglio della sanità piemontese e, in particolare dell’Asl diretta da Luigi Vercellino, per la richiesta accademica arrivata dalla Liguria e rapidamente esaudita, resta da chiedersi e da chiedere se quell’allungamento serale dell’attività della Tac, come di altre prestazioni, resterà prerogativa dei defunti o i vivi potranno ancora sperare, senza attendere il trapasso per superare le liste d’attesa.

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