Penalisti, "suicidi detenuti colpa di politici giudici e agenti"

E' un atto di accusa contro governo, Parlamento, magistratura e polizia penitenziaria il comunicato della Camera penale del Piemonte occidentale diffuso dopo il suicidio, avvenuto ieri, di una detenuta nel carcere torinese delle Vallette. La donna, 65 anni, di Caltanissetta, era in regime di custodia cautelare nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Aosta su presunti atti di violenza sessuale. "Dopo avere urlato nei mesi e nelle settimane passate - si legge nel documento - la necessità di intervenire sulle drammatiche condizioni delle carceri, di fronte all'incessante serie dei suicidi e alla inaccettabile immutabilità delle cose è giunto il momento della responsabilità". "Noi - scrivono i penalisti subalpini - accusiamo tutte le forze politiche di non volere intervenire per rendere umane le condizioni di donne e uomini detenuti, perse in beghe elettorali. Accusiamo quei magistrati del merito che, sordi alle condizioni delle carceri, continuano nell'abuso dell'utilizzo della custodia cautelare. Noi accusiamo quella magistratura di sorveglianza che si limita al burocratico smaltimento dei fascicoli, con tempi incompatibili con l'attenzione alle persone. Noi accusiamo quegli agenti di polizia penitenziaria che si rendono autori di fatti di violenza e di mancato rispetto di detenute e detenuti. Noi - proseguono - accusiamo il sistema penitenziario di non prevedere l'utilizzo di risorse e idee per rendere almeno dignitose le condizioni di chi si trova in carcere. Noi accusiamo governo e parlamento di non adottare misure di legge che consentano di ridurre subito la popolazione carceraria". "La responsabilità - conclude la nota - è di tutti coloro che, ognuno per la sua parte, continuano a ignorare che le carceri, così come sono oggi, sono un inaccettabile luogo di sospensione dei diritti di donne e uomini".

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