LA SACRA FAMIGLIA

Eredità Agnelli, Elkann sarà interrogato. Margherita punta tutto sulla Dicembre

Riparte a Torino la causa civile promossa dalla figlia dell'Avvocato contro i suoi tre figli, unici eredi del patrimonio dell'ex presidente della Fiat. Nel mirino la cassaforte che potrebbe finire sotto sequestro cautelativo. E c'è pure l'inchiesta penale

La guerra per l’eredità Agnelli prosegue a Torino. Il giudice della seconda sezione civile del Tribunale Nicoletta Aloj ha sciolto la riserva sulla causa tra i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann e la madre Margherita Agnelli de Pahlen, per l’eredità di Marella, vedova dell’Avvocato, dopo che il procedimento era stato riaperto nel capoluogo piemontese in seguito all’annullamento, avvenuto a gennaio da parte della Cassazione, dello stop alla causa deciso a giugno 2023 in attesa dell’esito dei procedimenti in Svizzera sempre relativi alla successione Agnelli. È stata disposta l’audizione dei testimoni di entrambe le parti e l’interrogatorio di John Elkann sulle società offshore di cui risultava beneficiaria Marella Caracciolo.

La Cassazione aveva stabilito che “l’ordinanza impugnata non ha esposto le ragioni di pregiudizialità delle cause pendenti in Svizzera con riguardo alla domanda ex art. 533 cod. civ. proposta davanti al Tribunale di Torino da Margherita Agnelli relativamente a beni mobili della successione del padre Giovanni Agnelli, che non sono oggetto di alcuna delle cause svizzere”. Il giudice insomma avrebbe dovuto motivare nello specifico perché era necessario attendere le sentenze svizzere. Da qui il riavvio della causa stabilito dalla giudice, che riparte con nuovi mezzi istruttori, per poter decidere poi nel merito se sospendere nuovamente o andare avanti a prescindere dai giudizi elvetici. Il tutto mentre è in corso l’inchiesta penale per l’ipotesi di concorso in dichiarazione infedele e truffa ai danni dello Stato a carico di John Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs von Grünigen.

Attraverso la causa Margherita punta a rimettere in discussione gli accordi successori sottoscritti dopo la morte del padre, con l’obiettivo di garantire maggiori benefici per gli altri cinque figli, avuti da un secondo matrimonio. Se il tribunale di Torino dovesse decidere a suo favore, Margherita, 67 anni e unica figlia sopravvissuta di Gianni Agnelli, potrebbe rivendicare la metà del patrimonio della madre, anch’essa scomparsa, e una quota del veicolo di famiglia. Tutto ruota attorno alla Dicembre, una società semplice che controlla dall’alto l’intera galassia degli Agnelli (Exor, Stellantis, Ferrari, Iveco, Gedi): una scatola ideata per il mondo agricolo e che offre numerosi vantaggi, come la possibilità di non versare le imposte di successione per il patrimonio che ha in pancia e, soprattutto, di rimanere segreta. In particolare, sotto la lente dei pm ci sono i documenti relativi alla cessione da parte di Donna Marella del 41,29% delle quote al nipote Jaky, formalmente avvenuta nel 2004, che presentano “evidenti anomalie”, a partire dalla veridicità delle firme apposte.

Alla fine della querelle giudiziaria John Elkann potrebbe ritrovarsi sua madre, Margherita Agnelli oggi de Pahlen, socio “pesante” della Dicembre. E, addirittura, essere costretto a farsi carico delle quote dell’eredità attualmente in capo a fratello e sorella, Lapo e Ginevra, che verrebbero d’un colpo annullate. Eventualità al momento ipotetica, ma secondo giuristi ed esperti di diritto successorio nient’affatto inverosimile, che sebbene non altererebbe la catena di controllo dell’impero finanziario e industriale provocherebbe uno sconquasso non da poco negli equilibri interni alla Famiglia, aprendo il varco a nuovi contenziosi tra eredi e a un riassetto della distribuzione patrimoniale.

In ogni caso, il ridisegno dell’assetto proprietario della holding è una delle conseguenze più insidiose per il presidente di Stellantis che l’intelligente strategia del team legale di Margherita, capitanato dall’avvocato milanese Dario Trevisan, potrebbe conseguire al termine della guerra di carte bollate. Il legale milanese, storico rappresentante dei fondi internazionali, ha ottenuti indubbi risultati: il Tribunale di Torino e la Cassazione hanno riconosciuto che sussiste la giurisdizione italiana e non vi è litispendenza internazionale in relazione alle cause promosse in Svizzera.

Qualora le iniziative giudiziarie di Margherita dovessero avere successo – e, sia detto en passant, le cose non si stanno mettendo bene per Elkann – la figlia dell’Avvocato diventerebbe proprietaria di una quota complessiva pari al 43,195 della Dicembre, per un controvalore di quasi due miliardi di euro. In più potrebbe reclamare l’equivalente in denaro di una quota parte di quella acquista dal figlio John utilizzando donazioni indirette. “Detta quota però potrà essere determinata solo una volta che sia definitivamente chiarita la consistenza dell’asse ereditario di Marella e conseguentemente determinato il valore della legittima a lei spettante”. Se gli avvocati di Margherita dovessero chiedere e ottenere il sequestro cautelativo della Dicembre, magari accompagnato dalla nomina di un custode da parte del Tribunale, per Elkann e i suoi fratelli sarebbe un problema non da poco. Una prospettiva da far tremare i polsini a Jaki che, pur mantenendo il 56,81% della Dicembre, oltre a dover fare i conti con una socia pesante e bellicosa, la madre, si troverebbe a doversi far carico dei due fratelli, a quel punto estromessi dalla società. E per quanto si vogliano un bene dell’anima i soldi sono sempre un incentivo alla rottura degli affetti.

Tutto ciò sul piano interno agli assetti della cassaforte, perché in realtà un simile sommovimento non potrebbe non avere ripercussioni su tutto il complesso di proprietà e partecipazioni. A partire da Stellantis, dove occorrerà verificare l’impatto di un eventuale put option (a favore o a carico della famiglia Peugeot) sulla quota detenuta da Exor a seguito della fusione Psa-Fca che ha portato alla nascita del gruppo automobilistico.

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