Immigrazione, Torino città aperta
21:12 Mercoledì 03 Aprile 2013 3L'arcivescovo Nosiglia fa appello al tradizionale spirito di accoglienza della comunità subalpina per affrontare il dramma dei 300 profughi che da sabato occupano l'ex villaggio olimpico. Chiesto l'intervento di tutte le istituzioni nazionali
Torino non sia lasciata sola a fronteggiare quella che è una vera e propria emergenza immigrazione, da quando, sabato scorso, circa 300 tra profughi e rifugiati, hanno occupato l’ex Villaggio Olimpico di via Giordano Bruno. Il vibrante appello a tutte le istituzioni è lanciato dall’arcivescovo della città. «Torino – dice mons. Cesare Nosiglia - ha una feconda tradizione di accoglienza, ma non può essere lasciata sola ad affrontare una situazione che interroga ed esige l’impegno di tutta la nostra regione, oltre che del nostro intero Paese. L'importante è che non si risponda all’emergenza solo con provvedimenti tampone». Secondo il prelato «è necessario che si attivino percorsi di inclusione sociale che permettano di aiutare questi fratelli e sorelle a trovare sbocchi concreti per il loro futuro. Il problema è complesso - aggiunge - ma può essere affrontato, con l’obiettivo di trovare vie concrete di risposte alle necessità di questi fratelli e sorelle». È importante, aggiunge Nosiglia, «che le diverse componenti della nostra società, le istituzioni comunali, provinciali e regionali, la comunità cristiana e il volontariato operino unite, per favorire sia a livello nazionale che locale soluzioni appropriate alle necessità delle persone, soprattutto delle famiglie e dei minori», sottolinea ringraziando «la Migrantes, la Caritas e tante realtà istituzionali, di volontariato e della società civile che - ha detto l’arcivescovo - si adoperano per offrire sostegno e sussidi appropriati, impegnandosi altresì perché' i diritti, ma anche i doveri, di queste persone siano riconosciuti e promossi, secondo giustizia, solidarietà e legalità».
Sull'occupazione dell’ex Moi «servono risposte concrete dagli enti che hanno più diretta competenza in merito, ossia la Prefettura e la Regione Piemonte, a fronte di una situazione che non può vedere coinvolto soltanto il Comune». È quanto sottolineato da diversi interventi durante la seduta congiunta delle commissioni Pari Opportunità e Servizi sociali che oggi si sono riunite al Cimune di Torino per esaminare la situazione dei rifugiati a Torino. Si è anche ipotizzato di chiedere un incontro con la presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, in occasione della sua visita a Torino per l’inaugurazione della Biennale delle Democrazia. L’assessore Elide Tisi ha spiegato che tra gli occupanti nelle due palazzine dell’ex villaggio olimpico ci sono anche una dozzina di bambini e si sta cercando di capire quanti nuclei familiari vi siano e quanti provengano da altre città. Una questione che oggi è stata al centro della riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica in cui è stato fatto il punto della situazione in vista di decisioni su come procedere. Uscendo dall'incontro il questore di Torino, Antonio Cufalo, ha sottolineato che si tratta più di una «questione umanitaria» che di «ordine pubblico» e che la Questura è sempre pronta, se richiesto, a fare ciò che si riterrà più opportuno per risolvere la situazione.