Cari grillini, non bruciamo la verità

La combustione dei rifiuti nei forni dei cementifici non peggiora le emissioni inquinanti, al contrario impone a questi impianti limiti di legge più restrittivi e quindi l’utilizzo di migliori tecnologie di abbattimento. Risposta all'on. Busto

Gentile direttore,

in una lettera il collega del Movimento 5 Stelle on. Mirko Busto ha espresso – debbo riconoscere con una civiltà di espressione che non è propria di molti altri suoi colleghi intervenuti in Aula su questo punto - le proprie opinioni in merito alla mozione in materia di utilizzo di alcune tipologie di combustibili solidi secondari (CSS) nei forni dei cementifici.

Essendo il primo firmatario della mozione di maggioranza, approvata poi dall’Aula, vorrei fare alcune considerazioni.

Anzitutto, un’osservazione generale. Finché il livello dell’opposizione resterà quello di accusarci ogni volta di nequizie, nefandezze e corruzione - segno evidente di una dialettica che non riesce a discostarsi da approcci infantili ed elementari -  resterà impossibile entrare nel merito delle questioni e dare risposte oggettive frutto di una normale dialettica tra maggioranza e opposizione.

Se quando discutiamo di F35 siamo al soldo dell’America, quando parliamo di Tav siamo conniventi con la mafia e quando discutiamo di CSS siamo proni alle lobby dei cementieri (ah già, dimenticavo anche Bildelberg e la Spectre di cui saremmo longa manus), si comprende come il dibattito politico continua a rimanere su livelli da “Curva Sud”, e su queste basi passi avanti non se ne fanno proprio.

Per stare al merito delle questioni, il collega Busto asserisce che l’intero impianto della loro posizione è fondato su quella che lui definisce “analisi di dati reperiti nella letteratura scientifica in materia”.

Non si comprende per quale motivo, allora, si debbano escludere dal dibattito le osservazioni dell’Arpa Puglia (più volte portata, in altre circostanze, ad esempio dal loro Movimento), che nel merito dell’utilizzo dei combustibili solidi secondari nei cementifici ha riscontrato “la presenza di diverse esperienze positive in merito alla diminuzione di tali emissioni” e che “l’attività di co-incenerimento comporta il rispetto di limiti più restrittivi per le emissioni se confrontati a quelli che gli stessi impianti sono tenuti a rispettare”.

Né si capisce perché non vada bene il parere di Legambiente, che in una nota diffusa sulla questione ha contrastato il mail bombing di cui siamo stati fatti oggetto come parlamentari sostenendo che gli appelli dei grillini apparivano “purtroppo inesatti e fuorvianti”.

Giova allora ricordare alcune cose semplici, che evidentemente non si vogliono accettare per amore di polemica e per mantenere viva una posizione ideologica in funzione della perenne esigenza della ricerca del consenso elettorale (condizione che rende il M5S esattamente uguale a tutti i partiti, con buona pace della diversità urlata e sedicente).

1 - Bruciare CSS nei cementifici di per sé non peggiora le emissioni inquinanti, al contrario impone a questi impianti limiti di legge più restrittivi e quindi l’utilizzo di migliori tecnologie di abbattimento.

2 - Bruciare CSS nei cementifici rende gli stessi più controllati, mentre oggi possono bruciare combustibili tradizionali senza che nessuno gli possa dire nulla

3 - A parità di risultato, bruciare CSS in un cementificio è meglio che in un inceneritore sotto il profilo delle emissioni di CO2

4 - Di conseguenza, tale provvedimento può evitare la costruzione di nuovi impianti di incenerimento, e infatti non a caso questa opzione è da sempre osteggiata dalle aziende che costruiscono e gestiscono inceneritori, e quindi se dovessimo adottare lo stesso metro di giudizio dei colleghi grillini dovremmo accusarli di essere al soldo di queste ultime, ma non lo facciamo.

Il dato di fondo è semplice: viene bruciato prodotto che, a seguito di uno specifico trattamento, non è più classificato rifiuto. E ciò consente di non intasare discariche e di non mandare in inceneritore rifiuti generici.

Certo, i cementifici non sono e non possono essere la soluzione definitiva del problema rifiuti. E non a caso nella nostra mozione impegniamo il governo ad effettuare una approfondita comparazione in merito alle condizioni tecnologiche ed operative che disciplinano l’impiego di combustibile solido secondari negli altri Paesi europei, chiedendo di fornire assolute garanzie che comunque tale utilizzo non determini rischi per la salute e per l’ambiente. E al tempo stesso introduciamo la definizione, d’intesa con le Regioni, di modalità e limiti di utilizzo del CSS. Quindi nessuna sciatteria, o favore supino nei confronti di chicchessia.

Per risolvere il problema dei rifiuti, e puntare con decisione al “zero waste” come noi riteniamo, occorrono efficienti politiche di riduzione prima e di differenziata e riciclaggio poi.

In ogni caso, se la nostra mozione servisse a chiudere qualche inceneritore o a non aprire qualche discarica in giro per l’Italia (e magari ad affrontare una volta per tutte il tema delle eco-balle della Campania, a meno che non le si voglia far bruciare in Germania a spese della pubblica collettività, ma allora lo si dica!), non sarebbe proprio un risultato da buttar via.

E questo è proprio il confine tra il sentiero stretto del riformismo e il magico effetto di richiamo del populismo.

Grazie per la disponibilità

 

* Capogruppo Pd Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, Camera dei Deputati

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