Insegnanti di sostegno, brutta pagina

Marco Ricucci, sul Corriere della Sera, ha ieri posto in evidenza un assurdo in atto nella Scuola, un assurdo di cui non si capisce la ratio, se ci si ostina a cercarla all’interno della Scuola stessa, delle sue politiche e delle sue componenti: la ratio c’è, ma non ha a che fare con la Scuola.

La questione è la seguente. Questo Governo, insieme ai precedenti, per la verità, ha condotto una lotta all’impreparazione degli insegnanti di sostegno, che normalmente sono docenti costretti a parcheggiarsi su quella classe di concorso lì, e titolati invece ad insegnare una materia. Questa lotta ha attivato un Corso, lungo e importante, di abilitazione specifica sul Sostegno stesso, un corso che è giunto al IX ciclo, che è lungo e intenso, anche caro economicamente, serio, e che ha sfornato migliaia di docenti di sostegno in pectore, tantissimi da Sicilia e Campania, che non hanno mai insegnato, o solo pochissimo, che facevano magari tutt’altro, e che si sono ora titolati per assolvere appieno questo compito delicato e importante, su cui la retorica di ogni forza politica non si è risparmiata. Migliaia di docenti abilitati dunque, preparati e pronti per assolvere i loro compiti con i ragazzi disabili, o affetti da altro tipo di difficoltà. Finalmente, si dovrebbe dire.

E invece no. Con una mossa che sa di manovra elettorale, o quantomeno quella è l’impressione che dà, il Ministro ha varato da poco un provvedimento che consente a questa pletora enorme di abilitati sul Sostegno, di accedere a Corsi Abilitanti, sulla materia per cui avrebbero titolo, che durano qualche settimana e che possono essere svolti da casa, con una semplice prova di lezione simulata alla fine di questo -brevissimo direi- percorso. Dotati di abilitazione su materia in poche settimane, dopo avere impiegato invece lunghi mesi per ottenere quella seria sul Sosteno, costoro si iscriveranno, già questa estate, nelle graduatorie per le supplenze in tutta Italia. Si badi: in prima fascia, non in seconda. In prima fascia. Passeranno dunque davanti a tutti coloro che insegnano quelle materie da due, cinque, dieci anni, e che sono senza abilitazione perché questa era per loro l’occasione di abilitarsi, e il Ministro, invece che fare abilitare loro, fa abilitare i già abilitati sul Sostegno. I docenti su materia precari, con almeno tre anni di servizio, preparati e pronti dunque, che si vogliano abilitare, sono contingentati, nei corsi Abilitanti a loro dedicati, in numeri ridicoli (19 posti per Filosofia e Scienze Umane in tutta la Regione Piemonte!!).

Risultato: le migliaia di insegnanti di Sostegno abilitati e pronti a sopperire alle esigenze dei nostri alunni fragili, trasmigreranno tutti o quasi, ed andranno ad insegnare su materia dopo avere completato, senza sbarramento alcuno, un corsetto di poche settimane. Per contro, coloro che insegnano materia da molti anni, preparati e pronti anche loro, resteranno senza lavoro. Esodati, o al limite costretti ad occupare, da impreparati quali sono, quelle cattedre di Sostegno lasciate vuote e che si voleva, invece, far coprire da personale preparato e pronto.

La situazione è così assurda e grave che si è formato un Coordinamento spontaneo, agito solo in modo molto lasco e indiretto anche da qualche Sindacato (Cub Scuola, CGIL etc…), ma anzitutto spontaneo, che ha raccolto in pochi giorni centinaia di adesioni per un Ricorso urgente e Cautelare al Tar Lazio, nel tentativo di porre un freno a questa follia. Quei docenti triennalisti, madri e padri di famiglia, molti con figli, assuefatti alla precarietà da anni, portatori si sapere specifico e di esperienza, non si attendevano certo questo enorme pericolo, questa ingiustizia che, per loro, se nulla accadrà, potrebbe significare una vera e propria esodazione. Per chi volesse approfondire, ecco i riferimenti del CoordinamentoTriennalisti: coordinamento.triennalisti@gmail.com #coordinamentotriennalisti su Instagram Telegram ed FB

E dunque: perché? Ma perché? La ragione, ripeto, non può trovarsi all’interno di pur improvvidenti o frettolose o mal concepite logiche inerenti il mondo della Scuola, i suoi decorsi, i suoi problemi, le sue componenti. A mio avviso va cercato altrove e, almeno a me, appare come una restituzione ad una qualche base votante, una promessa da mantenere, l’elemento di una qualche forma di scambio, che per la Scuola sarebbe assurdo ed indecente.

*Andrea Pascali, sociologo, docente di liceo, ex dirigente Sinistra Ecologia Liberta-Torino con delega a Scuola e Università

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