Il Debito e le nuove generazioni

Nonostante sia in gran parte responsabili del disastro che ci hanno consegnato le attuali classi dirigenti non hanno alcuna intenzione di levarsi di torno

Scriviamo per approfondire il tema del debito pubblico, provando a darne una lettura più “generazionale”. Per nuove generazioni di solito si intendono i giovani, tuttavia sono convinto che i ragionamenti che seguono valgano per tutti coloro che non si limitano a guardare il proprio naso, ma si sforzano di cercare altre prospettive. Se alziamo lo sguardo, infatti, ci accorgiamo che ogni debito contratto dalla attuali amministrazioni pubbliche, significa semplicemente che chi verrà dopo dovrà lavorare oltre che per sé e per la propria famiglia, anche per le generazioni che lo hanno preceduto accumulando debiti.

 

Sì debiti al plurale, a partire dal più conosciuto debito pubblico statale che ha ormai raggiunto 2 mila miliardi di euro, pari al 125% del Pil: cioè ogni italiano, neonati compresi, ha 33mila euro di debiti... Per continuare con i debiti delle amministrazioni locali: la Regione Piemonte ha un debito di circa 11 miliardi (circa, perché l'attuale giunta Cota dopo due anni e mezzo non riesce nemmeno a quantificarne l'ammontare "miliardo più-miliardo meno") e siamo stati appena declassati, peggio della Sicilia! Poi ci sono molte Province agonizzanti e alcuni Comuni messi male (anche a causa dei “tagli” statali), fino ad Alessandria arrivata al default ed alle aule di tribunale. Ma non dimentichiamo i debiti delle imprese private (per pietà non mi fate aprire il capitolo di quelle sovvenzionate a vario titolo, salvo poi chiudere baracca lasciando buchi enormi), né quelli delle famiglie, che oggi sono in difficoltà e tengono soprattutto grazie ai vecchi risparmi. Ci sono gli altri debiti, come quello previdenziale, visto che durante la "prima" Repubblica a fronte di miseri contributi versati, si regalavano pensioni come fossero caramelle. Oppure il debito ambientale, perché in passato si sfruttava la terra e le sue risorse attribuendo loro un valore bassissimo, ed oggi che queste risorse scarseggiano, le dobbiamo strapagare...

 

Si potrebbe continuare a lungo, ma la verità è una: se oggi non ci sono sono soldi per fare investimenti pubblici, se le pensioni valgono meno per tutti e zero per i giovani, se la benzina si strapaga e i campi scompaiono, è colpa del debito. Vabbè, dai, sto semplificando, ma neanche troppo. E a poco valgono le obiezioni di chi dice “sì, ma vi abbiamo anche lasciato istruzione, fabbriche, sanità, strade, ferrovie, unione europea”. Invito tutti a valutare bene in che condizioni si trovano queste “risorse”, e a considerare che gli ultimi decenni sono stati di pace e progresso economico e tecnologico: i così detti “Paesi emergenti”, ma anche molti Paesi occidentali, hanno sfruttato questo periodo per investire sulla crescita, mentre noi... Beh, i nostri dirigenti si dedicavano a festini vari, allargando il debito, mentre la barca un po' alla volta si appesantiva e perdeva la rotta.

 

Poche balle, ora siamo in mezzo agli scogli. Ma la cosa che più ci preoccupa è che a dirigere la nave, salvo poche eccezioni, ci son sempre quelli che ci han riempito di debiti. Ebbene, visto che comunque questo debito lo dovremo pagare noi giovani generazioni (e lo stiamo già pagando sotto forma di economia depressa, scarse occasioni di lavoro, ecc. ecc.) almeno fateci decidere da subito come gestire questo debito. Non solo perché chi lo ha creato ha dato ampiamente prova di non essere capace ad uscirne, perché non si rassegna ad allargarlo ancora oggi, perché si rischia che questi debiti non ci vengano più rifinanziati dall'estero: il vero rischio è che tutti questi debiti, le giovani generazioni rinuncino a pagarli. Come? Ad esempio, emigrando definitivamente, o ritornando nei paesi d'origine per chi in Italia è arrivato da migrante. Il che, specie se queste nuove migrazioni si concentrano su persone ad elevata scolarità o specializzazione lavorativa, rischia si depauperare per decenni il nostro Paese. Oppure decidendo di non pagare le pensioni.

 

In fondo, prima di accettare un'eredità si ha diritto a sapere se i debiti superano i crediti, e nel caso, conviene rifiutare quell'eredità. Tranquilli, non volevamo spaventarvi.... tanto le nuove generazioni (di italiani ed immigrati) sono poche e magari anche un po' disorganizzate. Ma siamo anche l'unica risorsa per garantire un futuro. Tutto sommato conviene smetterla coi debiti, e iniziare ad investire sul futuro.

 

*Paolo Cugini, Consigliere Comune di Rivalba, Lorenzo Puliè Repetto,Consigliere Circoscrizione 4, Segretario dei Giovani Democratici di Torino, Matteo Cavallone,Capogruppo Pd, Comune di Collegno, Segretario Federale dei Giovani Democratici Torino, Riccardo Tassone,Vicecapogruppo Pd Circoscrizione 8, Tesoriere Federale dei Giovani Democratici di Torino, Francesca Bonomo, Consigliere Comune di Barbania, Dennis Maseri, Coordinatore IV Commissione, Circoscrizione 2, Ludovica Cioria, Vicesegretario dei Giovani Democratici di Torino, Daniele Valle, Presidente Circoscrizione 3, Emanuele Gaito, Consigliere Pd, Comune di Grugliasco

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