Lega Nord: “O si cambia o si muore”
16:42 Lunedì 02 Dicembre 2013 1Rinnovamento delle cariche e selezione per merito dei dirigenti. E' quanto occorre al Carroccio piemontese travolto dallo scandalo di Rimborsopoli. Lo chiede Montani, candidato in pectore alla segreteria. E Calderoli? "Lasciamolo in Lombardia"
Alla Lega Nord piemontese serve un nuovo gruppo dirigente selezionato sui criteri della meritocrazia e della trasparenza. È quanto invoca Enrico Montani, esponente di primo piano del Carroccio e candidato in pectore alla segreteria “nazionale”, se e quando sarà convocato il congresso. A ventiquattr’ore dalle spedizioni in terra allobroga dei lumbard Calderoli e Salvini, l’ex senatore verbanese riprende le parole pronunciate dall’europarlamentare ieri a Cuneo e rilancia: «Se non ci fosse stata la Lega al governo, dopo le gestioni di Ghigo e Bresso, il Piemonte sarebbe fallito, Adesso però ci vuole un rinnovamento delle cariche al nazionale, lasciando Calderoli in Lombardia. Bisogna tornare a valori quali meritocrazia e trasparenza». Parole che suonano come un diretto atto d’accusa nei confronti di Roberto Cota che da oltre un decennio guida il partito con piglio decisionista e in maniera autocratica.
A questo punto, con l’inchiesta Rimborsopoli giunta alle battute finali e la spada di Damocle del Tar che deciderà sull’esito delle scorse elezioni, l’architettura di potere di Cota è quanto mai precaria: in Regione, dove si inizia a parlare con insistenza di una faglia interna alla stessa maggioranza (e persino nella pattuglia leghista), e nel partito, attraversato da una crescente opposizione. Il regolamento dei conti è momentaneamente congelato, ma pronto ad esplodere appena chiuse le assise federali. Ultima mossa che starebbe meditando Cota è quella di una reggenza nelle mani di Gianna Gancia, presidente della Provincia di Cuneo e, fatto non proprio marginale, consorte di Calderoli.


