ALLEANZE

Nemici carissimi uniti dalla Tav

L'ex luogotenente berlusconiano Rosso incontra Chiamparino: "Incredibile il silenzio del centrodestra sulle minacce di bloccare la Torino-Lione". Cita Cavour e prospetta una santa alleanza per il futuro del Piemonte

Si sono combattuti per  vent'anni ma ora potrebbero trovarsi fianco a fianco in nome della Tav. Sergio Chiamparino e Roberto Rosso, non più avversari ma su un fronte comune “in difesa del Piemonte e degli interessi di un’intera regione”. I due si sono incontrati questa mattina: un rendez-vous durato poco più di mezz’ora nell’ufficio del governatore, al piano nobile del palazzo della Regione in piazza Castello.

Rosso, 58 anni di cui una quarantina passati in politica, prima nella Dc e poi nel centrodestra berlusconiano, arrivando a guidare Forza Italia in Piemonte, tra il 1995 e il 2002, ha rotto gli indugi la scorsa settimana, “quando ho sentito le dichiarazioni del ministro Toninelli e soprattutto il silenzio di tutto lo schieramento di cui faccio parte su un’opera talmente strategica che sarebbe una follia abbandonarla. Nessuno è intervenuto, non Berlusconi, non Meloni e men che meno Salvini”. Così ha preso il telefono e chiesto un appuntamento al suo arcinemico, lo stesso Chiamparino contro cui si candidò a sindaco di Torino nel 2001, arrivando a sfiorare il successo in un ballottaggio perso a testa alta. “È stato l’unico a difendere la Tav, nel silenzio assordante di tutti i maggiorenti del centrodestra, l’unico a sostenere un’opera che consentirà a un torinese di raggiungere Parigi in tre ore. Una rivoluzione per le abitudini dei cittadini, così come lo è stato il collegamento con Salerno”. Di qui la mano tesa anche in vista delle prossime elezioni regionali, in vista delle quali prospetta “un fronte comune in difesa degli interessi dei piemontesi” a partire proprio dal grande treno.

Una scelta che parte dalla presa d’atto che per i leader nazionali la Torino-Lione stia diventando l’agnello sacrificale sull’altare dell’alleanza giallo-verde. La Lega si è assicurata la non belligeranza dei grillini su Terzo Valico e Pedemontana, lasciando di fatto mano libera sull’opera valsusina. “Bisogna organizzare un movimento d’opinione trasversale che abbia le radici piantate in Piemonte” dice Rosso, la cui scelta di campo potrebbe diventare il primo tassello di un mosaico che Chiamparino ha iniziando a comporre, proprio attorno alla Tav (e ora anche alle Olimpiadi).

L’ex sottosegretario dell’ultimo governo Berlusconi ha dimostrato di godere ancora di un certo consenso, come testimonia il 5 per cento ottenuto alle amministrative del 2016, grazie al quale ha conquistato il proprio scranno in Sala Rossa. “Al secondo turno regalai i miei voti ad Appendino – ricorda tradendo un pizzico di pentimento -. Ora sono pronto a regalarli a chi vuole scommettere sul futuro e non sulla paura”. Le sue origini, che affondano nelle risaie del Vercellese, e la recente nomina a vicesindaco di Trino, gli consentono di muoversi anche in quel Piemonte Orientale tradizionalmente ostico per il centrosinistra. Lui precisa: “Sono un uomo cresciuto nel centrodestra e i miei valori restano ancorati a quel mondo, ma a fronte di quello che sta succedendo e alla scomposizione e ricomposizione del sistema politico in atto penso sia il momento di assumere una posizione chiara”.

Oggi Rosso è il referente piemontese di Direzione Italia, movimento fondato dall’ex governatore della Puglia Raffaele Fitto al quale aveva preannunciato la sua mossa ottenendone un sostanziale via libera. “Serve sostenere schieramenti e politiche che scommettano sul futuro – conclude Rosso -. Penso a Cavour, quando realizzò il traforo del Frejus e il collegamento Torino-Genova oltre al canale che porta il suo nome: anche allora c’era chi si opponeva ma lui tenne la barra dritta e oggi tutti noi gli siamo debitori”.

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