SALUTE PUBBLICA

Slitta al 2019 l'obbligo vaccini Regione: "Pronti a nostra legge"

Un emendamento al Milleproroghe firmato da Lega e M5s rinvia i termini per la presentazione dei certificati a scuola. I grillini strizzano l'occhio ai No Vax ed esultano. Saitta: "Materia di competenza regionale". Preoccupato l'Ordine dei medici

“La competenza sulla Sanità, checché ne dicano, è delle Regioni. Prendere provvedimenti estremamente importanti come quello sui vaccini senza condividerli con loro è un atto incomprensibile, assai discutibile e che manifesta una chiara impronta dirigista nazionale. Certo stupisce che questo accada con al Governo una forza politica che dell’autonomia ha sempre fatto un suo cavallo di battaglia”. Non è un’obiezione sulla forma, quella che l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta muove alla maggioranza pentaleghista che ieri ha inserito e approvato l’emendamento al Milleproroghe con cui si fa slittare all'anno scolastico 2019-2020 l'obbligo di presentare la documentazione sul piano vaccinale per l'accesso dei bimbi alle scuole materne. Una decisione che ha scatenato una ridda di prese di posizioni e di critiche da parte delle forze politiche, ma anche del mondo scientifico.

Saitta prefigura uno scenario che riguarda direttamente il Piemonte: “A questo punto, per la tutela della salute non escludo affatto una norma regionale. Se il consiglio è d’accordo si può fare”. Anzi, in gran parte sarebbe già pronta: “Avevamo predisposto una proposta di legge che poi avevamo ritirato – ricorda l’uomo della Sanità nella giunta di Sergio Chiamparino, ma anche coordinatore della commissione in seno alla Conferenza Stato-Regioni – perché pensavamo fosse giusto avere una norma nazionale”. Nessuna contraddizione nel sostenere la bontà di un testo valido per tutto il Paese e accusare di dirigismo l’attuale maggioranza: con i precedenti governi e con Beatrice Lorenzin riconfermata nell’esecutivo Gentiloni dopo essere stata al vertice del dicastero con Matteo Renzi premier, “si è sempre lavorato anche trattando, ma sempre concordando tra ministero e Regioni. Tant’è – sottolinea Saitta – che avevamo spinto tutte le Regioni, di centrosinistra e di centrosinistra, per avere una norma nazionale sull’obbligatorietà”.

Adesso il quadro è cambiato, pressoché totalmente. C’è il pagamento delle cambiali elettorali che i grillini devono onorare con i no-vax . C’è la stessa linea nel migliore dei casi scettica sui vaccini del M5s quando non apertamente contraria. E c’è pure una parte della Lega che ammicca agli antivaccinisti e contesta l’obbligo. Partendo dal vertice del partito: basta ricordare Matteo Salvini quando disse: “Dieci vaccini obbligatori sono inutili e talvolta dannosi”.

Pochi i dubbi circa il fatto che il voto di ieri sia solo un anticipo di quanto promesso in campagna elettorale, sia pure ogni tanto mitigato da aggiustamenti tattici che non nascondevano il vero obiettivo. “Non voglio sentire mezzo commento negativo. Questo è un emendamento che aspettavo con ansia. Grazie Paola Taverna!” scrive su facebook la consigliera regionale dei Cinquestelle Francesca Frediani, ringraziando la parlamentare autrice dell’emendamento e che ieri ha scateneto la reazione delle opposizioni in aula avendo riservato loro un vaffa in perfetto stile grillino. Nessuno stupore essendo nota la raffinatezza della Taverna. Ma nessuno si stupisce neppure della prima misura assunta dalla maggioranza su un tema così importante come quello dei vaccini. Semmai ci si allarma per il prosieguo.

“Più di questo rinvio dell’obbligo, che non condivido certamente, mi preoccupa la proposta di legge regionale del Lazio del M5s che potrebbe essere il tentativo di lanciare un modello per la nuova legge nazionale” dice Guido Giustetto, presidente dell’Ordine dei Medici di Torino. “In quella proposta è prevista la quarantena per i bambini vaccinati, ma anche l’obbligo per tutti i bambini di una serie di esami prima della vaccinazione. Questo non ha nessun riscontro nella letteratura scientifica”. Giustetto parla di “segnali molto preoccupanti” di fronte ai quali i medici sono schierati in maniera netta. “Ancor prima del decreto Lorenzin la federazione degli Ordini dei medici produsse un documento in cui si prevedeva e si prevede tuttora provvedimenti disciplinari molto seri per i medici che diano pubblicamente indicazioni contrarie ai vaccini”. I no-vax facevano già sentire la loro voce, senza però che fosse arrivata ai banchi della maggioranza e del Governo come accade oggi.

Un mondo, quello dei contrari all’obbligo dei vaccini e, soprattutto, ai vaccini in generale con cui, ricorda l’assessore Saitta “ci eravamo impegnati a discutere, abbiamo fatto incontri, ma l’esito appare chiaro”. In Piemonte la percentuale dei bambini vaccinati è del 95%, superiore alla media nazionale e a molte altre regioni. Ma il rischio che provvedimenti come quello assunto ieri in Senato possano far calare la percentuale mettendo a rischio l’immunità di gregge, c’è. “Se la posizione della Stato è mutevole e non ancorata a principi scientifici, l’effetto sull’opinione pubblica può essere rischioso” osserva Saitta. Pronto a tirare fuori dal cassetto la proposta di legge regionale

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