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Salvini mobilita i suoi sindaci: "Più sicurezza con il decreto"

In Piemonte sembra non prendere piede la posizione di Orlando e di quei primi cittadini contrari alle misure del ministro dell'Interno. In campo Canelli di Novara: "Buona norma che va a tutela delle comunità". Il collega di Domodossola Pizzi: "La legge va applicata"

In Piemonte vige il decreto Salvini. Al momento nessun sindaco pare intenzionato a seguire le orme di Leoluca Orlando e di altri amministratori decisi a non applicare la norma prevista dal decreto sicurezza che vieta la possibilità di concedere la residenza a chi è in possesso di un permesso di soggiorno. Anzi, sono proprio i primi cittadini leghisti a scendere in campo per difendere le decisioni del ministro dell’Interno, nonché leader del loro partito.

“I sindaci che stanno dalla parte dei propri cittadini e che hanno realmente a cuore la sicurezza del proprio territorio apprezzano il decreto Salvini, strumento essenziale che fornisce risorse fondamentali agli amministratori locali e mette ordine dove prima regnava caos – afferma Alessandro Canelli di Novara –. I sindaci sono finalmente dotati dei poteri e degli strumenti per migliorare la sicurezza delle proprie comunità, contrastando la criminalità e il degrado a ogni livello. Il provvedimento sta già portando ottimi risultati. Inammissibile che alcuni sindaci, per motivi ideologici, annuncino di non voler applicare una legge dello Stato, votata dal Parlamento: così facendo, arrecano un danno ai loro stessi cittadini”. Posizione sulla quale si è immediatamente attestato anche l’altro sindaco piemontese del Carroccio, quello di Alessandria, Gianfranco Cuttica di Revigliasco.

Stessa solfa a Domodossola, dove Lucio Pizzi, primo cittadino della località al confine tra l’Italia e la Svizzera, si è sempre distinto per il pugno duro, tanto da meritarsi l’appellativo (non poi così originale) di sindaco-sceriffo. “Una legge dello Stato – afferma – va applicata sempre, sia che un sindaco la condivida o meno. Gli amministratori prima di tutto devono dare l’esempio nel rispetto delle leggi, soprattutto un sindaco che è anche un ufficiale di governo”. Una considerazione sul piano formale – “l’impiegato comunale che non applica la legge rischia delle conseguenze e questi sindaci dovrebbero saperlo” – che trova però ampia condivisione nel merito. In particolare contro le posizioni di quegli amministratori di centrosinistra che hanno deciso di disattendere le norme: “Se il Pd voleva contrastare il decreto legge doveva farlo in parlamento”.

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