(DIS)OCCUPAZIONE

Ecco il Reddito di cittadinanza, "sperano" 140mila piemontesi

In anteprima la bozza del provvedimento del Governo gialloverde. Particolarmente laborioso sarà anzitutto accedervi. Prevista, oltre che ai Centri per l'impiego, anche la possibilità di rivolgersi ai Caf (tanto cari alla sottosegretaria torinese Castelli) - DOCUMENTO

C'è il rischio che la metà dei 6 miliardi che il governo erogherà per il reddito di cittadinanza, possa finire nelle tasche di persone che non ne hanno diritto, insomma che circa la metà della platea dei teorici destinatari della misura potrebbe essere composta da persone che lavorano in maniera irregolare. A denunciare il rischio è la Cgia di Mestre. Se così fosse in Piemonte i furbetti del reddito sarebbero circa 70mila, visto che la somma prevista dei fruitori si attesta oltre la soglia dei 140mila.

E assai poco servirà porre come ostacolo insuperabile alla concessione del reddito di cittadinanza la proprietà di imbarcazioni da diporto, come scritto nella bozza del decreto sul provvedimento-bandiera dei Cinquestelle che pubblichiamo qui. Rischio escluso dai grillini che ribadiscono come "neanche un centesimo andrà nelle tasche di chi lavora in maniera irregolare, i cosiddetti lavoratori in nero e in quelle delle loro famiglie. Riteniamo dunque che i dati diffusi dalla Cgia di Mestre siano piuttosto azzardati", dichiarano i portavoce del M5s della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati.

Sarà, ma il rischio c’è eccome. Non il solo, peraltro. Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia torna sul punto delle offerte di lavoro e delle motivazioni con cui è possibile rifiutarle: “"Non si capisce – dice il numero uno di Viale Astronomia – perché si possa rinunciare se la proposta arriva oltre i 50, 100 chilometri di distanza dalla residenza. Questo provvedimento – aggiunge Boccia - non deve essere un disincentivo al lavoro, deve essere invece un elemento di ponte verso il lavoro”.

Pagine e pagine di norme e commi, tanto da lasciar supporre come indispensabile per avviare la pratica il ricorso al un commercialista o ai Caf (tanto cari alla sottosegretaria torinese Laura Castelli), sempre tenendo conto che i Centri per l’impiego la cui innovazione pareva dover essere prodromica alla partenza del reddito di cittadinanza stanno nelle condizioni di sempre, ovvero del tutto impreparati a questa innovazione. E i tempi per rimetterli in sesto certo non coincidono con quelli assai brevi indicati dal Governo.

QUI LA BOZZA

Ma come sarà la probabile distribuzione del reddito di cittadinanza nella geografia del Paese? Per quanto riguarda il Piemonte la provincia di Torino è data al 40esimo posto con 95.900 nuclei famigliari (9,1%) potenzialmente fruitori del reddito nella classifica aperta da Crotone con una percentuale sulla popolazione di 27,9%. Il capoluogo piemontese, sorpassato nel rapporto tra nuclei famigliari e residenti da Aosta con il 9,8%, è seguita a livello regionale da Asti con 7.800 famiglie (8,1%), Alessandria con 14.400 nuclei che riferiti ai residenti portano al 7,2%, quindi Novara con 11.500 (7%), Biella 5.600 (6,8%), Cuneo con 14.700 nuclei pari al 5,7% Vercelli con 5.100 (6.4%) e infine il Verbano-Cusio-Ossola dove si stima potranno godere del reddito di cittadinanza 2.600 nuclei famigliari pari al 6,5% della popolazione.

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