WELFARE

Reddito di cittadinanza, "tsunami" sulla Regione

Anche l’assessore al Lavoro Pentenero manifesta preoccupazione su tempi e modalità di erogazione del sussidio. Due i nodi: assunzione del nuovo personale e operatività dei centri per l’impiego. E intanto il fondo nazionale subisce un’altra erosione

Il reddito di cittadinanza è legge, ma le Regioni tremano e chiedono chiarimenti su tempi e modalità di erogazione del sussidio e sulla gestione delle politiche di reinserimento a Luigi Di Maio. “Vogliamo rassicurazioni per evitare il caos” afferma l’assessora al Lavoro del Piemonte Gianna Pentenero riprendendo le parole della collega toscana Cristina Grieco, che è anche la coordinatrice del tavolo delle Regioni sul tema. È in arrivo uno “tsunami” di richieste che va gestito. “Ci sono tempi incomprimibili per la selezione del personale, non ci possono volere realisticamente meno di sei mesi” ha aggiunto Grieco, prima dell'incontro al Mise con Di Maio. Quindi “per avere dentro i centri per l'impiego” i 4mila nuovi operatori previsti “bisognerà attendere la fine dell’estate”. Se così fosse vorrebbe dire che la misura non sarà erogata prima delle europee, com’era nelle intenzioni del Movimento 5 stelle che aveva fissato la deadline ad aprile per poter sfruttare il provvedimento simbolo del suo governo in vista delle urne. Così non sarà, almeno secondo quanto sostengono le Regioni che poi dovranno tecnicamente gestire le operazioni.  

Il governo la pensa diversamente. Secondo quanto illustrato da Di Maio, infatti, è impellente l'erogazione dell'assegno, che deve avvenire in tempi celerissimi. Il decreto sarà convertito in legge intorno a metà marzo e di lì a un mese lo stato dovrà iniziare a sganciare. Per le politiche attive del lavoro, l'assunzione dei navigator e quant'altro c'è tempo. Il cittadino potrà fare domanda compilando un modulo semplice che troverà on line sul sito delle Poste e dell'Inps. Lo stato riceve e liquida, anche se non è ancora chiaro chi e come dovrà effettuare i controlli su quella che dovrebbe essere a tutti gli effetti un'autocertificazione. Tra aprile e maggio inizieranno le erogazioni, giusto in tempo per le europee. Le Regioni saranno coinvolte in una seconda fase, decisamente meno urgente, in cui si dovranno occupare del reinserimento del cittadino nel mondo del lavoro. "Chiediamo tempi certi" continua a ripetere Pentenero, che si è recata a Roma con il collega delle Politiche sociali Augusto Ferrari.

“Innanzitutto vediamo problemi di metodo: ci troviamo un decreto preconfezionato – aggiunge Grieco – perché i rapporti col ministro Di Maio al di là di un inizio in cui si era prospettata una condivisione si sono interrotti da tre mesi”. Dal 16 ottobre, chiarisce “non incontriamo il ministro con tutti i problemi di gestione del caso: non abbiamo né incontri politici né tecnici”. Secondo le Regioni andrebbero assunti subito 4mila operatori nei centri: “Abbiamo poi forti perplessità sulla figura dei navigator, sarà un’ulteriore sacca di precariato assunta da Anpal servizi e non da noi – evidenzia –. Non abbiamo idea di come andranno a operare né da chi saranno gestiti, o di come si andranno a coordinare”. Ma ancora più rilevante per Grieco e le Regioni resta l’aspetto dei rapporti col governo: “Abbiamo bisogno di riallacciare col ministro Di Maio un dialogo istituzionale”. L’assunzione dei 4mila operatori è  per le Regioni “una prima boccata di ossigeno, da subito ne avevamo chiesti almeno altrettanti per arrivare sui 15-16mila a livello nazionale”. Le Regioni cercheranno di partire “subito con la selezione, i concorsi, per queste assunzioni. Poi ci sono gli altri, si dice 6mila, che saranno contrattualizzati da Anpal servizi. Noi chiederemo di poterlo fare nel più breve tempo possibile, lo stiamo chiedendo da ottobre. Se fossimo partiti subito, avremmo guadagnato dei mesi”.

E proprio sui tempi e la farraginosità delle procedure si mostra particolarmente scettico anche Mario Deaglio, professore emerito di Economia all’Università di Torino, nonché consorte dell’ex ministro Elsa Fornero. “Le scadenze dell’effettiva distribuzione del reddito di cittadinanza agli aventi diritto sono a rischio per i tempi tecnici legati all’introduzione di un nuovo strumento che deve essere preparato per una platea di cinque milioni di italiani”.

Intanto il maxifondo per il reddito di cittadinanza è stato ritoccato ancora una volta al ribasso nell’ultima versione in circolazione del decretone. Gli stanziamenti per il 2019 ammontano ora a 5.894 milioni di euro, contro i 5.974 milioni previsti nella bozza dell’8 gennaio e i 6.110 milioni della versione ancora precedente. Secondo le ultime informazioni, il fondo per l'assunzione di nuovi operatori si attesta intorno ai 480 milioni cui vanno aggiunti ulteriori 250 milioni per Anpal.

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