GRANDI OPERE

La rivolta del Piemonte

Politici, imprese, società civile: ora la regione più bistrattata di questo governo vuole farsi sentire. E mentre il madaMino Giachino annuncia una manifestazione a Roma, Alberto dell’Api attacca: “Con che faccia verranno a chiederci il voto”

Dalle imprese ai sindacati, dalla politica alla società civile. Si alza alto il grido del Piemonte contro un governo che lo mette all’angolo, sulla Tav e non solo. Nel giorno in cui una scontata quanto contestabile analisi costi-benefici viene resa pubblica un’intera regione scopre di essere sempre più marginale nelle dinamiche politico-elettorali del governo. “Finalmente possiamo leggere l’ultimo capitolo di un copione già scritto e dall’esito prevedibile” attacca il presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli, secondo cui questo studio ha il solo scopo di fornire “al Movimento 5 Stelle gli appigli numerici per giustificare il blocco dei lavori”. Corrado Alberto, il numero uno delle Piccole imprese di Torino parla addirittura di una “foglia di fico”. La tensione è alta, la sensazione è che “per un pugno di voti stiano giocando col futuro del Piemonte” afferma ancora Alberto.

La contestazione è forte. Gli edili di Cgil, Cisl e Uil si rivolgono direttamente a Telt per chiedere “la partenza immediata dei bandi di gara d’appalto per la realizzazione del tunnel di base”. I sindacati ritengono che a oggi “non ci siano ragioni per procrastinare ulteriormente la sospensione di tali bandi” e giudicano “questa attesa unicamente una perdita di tempo e uno spreco di risorse”. L’insofferenza verso un governo che continua a tenere l’opera e i suoi lavoratori sotto scacco aumenta, la sensazione è che il gioco delle parti tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio non regga più. In palio c’è la tenuta del governo, da una parte, ma anche il voto in Piemonte, l’unica regione del Nord ancora fuori dal dominio del Carroccio. Giovedì le 33 sigle del mondo produttivo torinese s’incontreranno per stabilire come reagire. Per Corrado Alberto “sarebbe ora di andare in Parlamento e contare i voti a favore e contro anziché proseguire con questa sceneggiata”. Definisce il comportamento dell’esecutivo “scellerato” e lo aspetta al varco: “Queste forze dovranno venire a chiederci il voto…”.

Intanto il madaMino, al secolo Bartolomeo Giachino, ex sottosegretario ai Trasporti dell’ultimo governo Berlusconi, promotore di una petizione on line a favore della Torino-Lione che ha ottenuto più di 110mila sottoscrizioni e ora animatore di una lista civica di centrodestra per le prossime elezioni regionali assieme a Stefano Parisi con cui oggi ha visitato il cantiere Tav sul lato francese, a Saint-Martin-la-Porte, annuncia una manifestazione a Roma in programma mercoledì prossimo “per protestare”. Pure le madamin sono sul piede di guerra anche se al momento fanno sapere di non aver ancora stabilito come muoversi.

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