VERSO IL VOTO

Portas: "Alle regionali avviso di sfratto per Appendino"

Una sfida nella sfida per il centrosinistra di Torino. Il leader dei Moderati carica i suoi (e Chiamparino): "Vincere non è impossibile e poi pancia a terra per mandare a casa i Cinquestelle. Una lista, la più longeva sulla scheda elettorale, molto competitiva

“Il voto per le regionali a Torino sarà la prima, forte, spallata all’amministrazione di Chiara Appendino”. Traguarda oltre il governo del Piemonte il voto sotto la Mole, Giacomo “Mimmo” Portas che, non a caso, proprio nella provincia del capoluogo schiera la lista più forte dei suoi ModeratiE lì, pur rifiutandosi di far pronostici – lui che ad ogni approssimarsi di un voto li sforna soddisfacendo le attese di colleghi parlamentari di ogni colore che lo attorniano tra buvette e sala fumatori di Montecitorio come un moderno aruspice – Mimmo punta ad un non irraggiungibile 8%, non ponendo limiti alla Provvidenza. “Vedrete che a Torino Sergio vi stupirà, farà un risultato che molti non si immaginano”, dice parlando di un Chiamparino “in rimonta”.

E lo fa con il malcelato orgoglio di chi, per primo, anche rispetto a molti piddini, aveva chiesto con insistenza al presidente di ricandidarsi. “Se non è Sergio il candidato, io non sono della partita”, era arrivato a dire lui l’alleato storico del Partito Democratico sul fronte centrista. Una perorazione non meno intensa di quella che aveva rivolto all’amico di sempre Pier Luigi Bersani affinché rinunciasse alla scissione. Quella volta non andò bene a Mimmo, con il Chiampa sì. Proprio il consenso che il governatore uscente, a detta di Portas, con tutta la coalizione di centrosinistra otterrà sotto la Mole “sarà il primo passo decisivo e importante per ritornare al governo della città, archiviando una stagione, quella dei Cinquestelle, che io avevo facilmente previsto avrebbe in fretta deluso la stragrande parte di coloro che avevano votato la Appendino”, spiega il leader e fondatore di quella lista civica diventata partito che con i suoi quasi tre lustri di vita è oggi il simbolo più longevo tra quelli che compariranno sulla liste verde il prossimo 26 maggio. “In questo, abbiamo superato anche la Lega, visto che è cambiata e ha cambiato pure il simbolo”, puntualizza il deputato torinese, legittimamente soddisfatto della sua creatura.

L’ottimismo non gli impedisce di associare alla previsione secondo la quale “Chiamparino vincerà, sia pure con un distacco di non molti voti” la consapevolezza di una “battaglia dura”, quella contro il centrodestra di Alberto Cirio. “Sarà molto più facile vincere le comunali”, spiega ricordando “tutti i disastri combinati dalla Appendino, che noi Moderati siamo stati i primi a rimarcare”. Manifesti a iosa per la città, appelli ai chi aveva votato la sindaca grillina e ben presto aveva incominciato a pentirsi: la strategia dell’uomo che ha creato prima il brand e poi il partito, ha dato ragione a Mimmo. Il quale ha pure incassato il non irrilevante risultato di portare dalla sua parte anche pentastellati delusi e arrabbiati: è capitato con la consigliera ragionale Stefania Batzella, con due consiglieri di circoscrizione (Luca Dellavalle e Margherita Alasia) e, ancora, con la consigliera comunale di Venaria Viviana Andreotti.

Ragiona con Nicola Zingaretti di un soggetto di centro in appoggio a un Pd che con il nuovo segretario si è spostato più a sinistra, Portas. Inalberandosi quando lo si descrive come il capo di un nuovo partito del contadini polacchi (definizione hard rispetto a quella, al pari non gradita, di stampella destra del Pd), il parlamentare che ha ospitato nella sua sede di via XX Settembre la presentazione ufficiale del candidato presidente (ancora oggi, senza una sede elettorale) applica la strategia del ragno dove la mosca si chiama Chiara, ma la tela va tessuta con ampio anticipo.

Non è un caso che proprio a Torino, pur senza tralasciare le province, punti al massimo risultato. E schieri pesi massimi in fatti di preferenze: da Silvio Magliano, politico old style in fatto di raccolta di voti e risultati che lo accreditano di non meno di 5mila preferenze e una rete solidissima anche in virtù del suo impegno nel mondo cattolico, da Comunione e Liberazione alla Compagnia della Opere. E poi la capolista, Piera Levi Montalcini, politica “anomala” che rispetto alle precedenti elezioni, in queste si adegua con entusiasmo anche alla liturgia dei santini. Pronti a riempire il carniere di preferenze anche la segretaria cittadina Carlotta Salerno e Massimo Guerrini, presidenti di due Circoscrizioni cittadine. Tra gli altri, in lista, anche l’ex parlamentare del Pd Antonio Boccuzzi, Ahmed Ouhami, il buttafuori che ha salvato da uno stupro una ragazza al Valentino e Roberto Scrofani, segretario della Figc-Lega Dilettanti. Un bel colpo quello messo a segno con il dirigente sportivo da parte del leader dei Moderati. Che gioca la non facile partita delle regionali, con lo sguardo già rivolto alla finale del 2021 (o prima ancora, chi può dirlo?) sotto la Mole. 

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