VERSO IL VOTO

Chiamparino cucina l'anatra (zoppa)

Una vittoria di misura con una maggioranza da formarsi in Consiglio: è l'ipotesi "improbabile ma non impossibile" accarezzata dal ricandidato governatore. Però i sondaggi, anche i più benevoli, danno un ampio margine di vantaggio al centrodestra di Cirio

Le forchette non si toccano e nel magro menù del centrosinistra, nella migliore delle ipotesi, sembra affacciarsi solo l’anatra, per giunta zoppa. Questo dicono, pur con qualche sfumatura, gli ultimi sondaggi dai quali emerge quella mancanza di contatto, tantomeno di sovrapposizione, della percentuale massima che viene accreditata alla coalizione di Sergio Chiamparino con quella minima dell’avversario del centrodestra Alberto Cirio. Un’intenzione di voto che non va confusa con la risposta ad un’altra domanda posta dagli istituti di ricerca e che racconta non la collocazione politica dell’elettore interpellato, bensì la scelta tra i due contendenti la poltrona di governatore e, dunque, soprattutto la loro popolarità. Ed è qui che scatta un forte recupero di Chiamparino sul suo competitor.

Una sorpresa solo in parte: l’attuale presidente della Regione è sulla scena politica da decenni, è stato il sindaco della Torino olimpica, la sua faccia spunta dai televisori nelle case anche di chi non segue la politica, insomma su questo terreno verrebbe da dire che non c’è partita per il neppur ancora cinquantenne Cirio, il quale sul fronte della notorietà accusa una oggettiva quanto forse sottovalutata debolezza. L’europarlamentare di Forza Italia sta recuperando. Però, mentre Chiamparino pare trascinare uno stanco e disorientato Pd, l’azzurro è oggettivamente favorito dal traino potente del centrodestra a trazione leghista.

Quanto può fare la differenza, a favore dell’attuale maggioranza che governa la Regione, quel quid in più di Chiamparino in fatto di popolarità? I sondaggi più recenti hanno rincuorato Pd e alleati vari, galvanizzato un fronte oggettivamente in palese difficoltà, ma di contro potrebbero anche essere stati letti in maniera tale da alimentare una sorta di illusione. Il confine tra l’effetto terapeutico e l’overdose è molto sottile.

Guardando ai numeri, a quelle forchette delle percentuali dell’uno e dell’altro candidato che non si toccano, il valore aggiunto di Chiamparino per superare Cirio dovrebbe arrivare, ad essere generosi, almeno a cinque punti: quelli necessari a pareggiare, con un pizzico di vantaggio quel divario che sembra stare su un dieci per cento tra i due schieramenti. Ma dove e come mettere a vantaggio quella popolarità e stima rispetto all’intenzione di voto riguardo alle coalizioni? L’ipotesi del voto disgiunto in teoria ci sta, anche se il numero di elettori che dovrebbero esprimersi in maniera diversa, sulla stessa scheda, per candidato presidente e partito risulterebbe enorme: qualcosa come centomila persone.

“Quella che fino a qualche settimana fa era un’eventualità remota, oggi appare improbabile, ma per la prima volta non del tutto impossibile”, osserva scorrendo i sondaggi Federico Fornaro. Il capogruppo di LeU alla Camera, cedendo alla coltivata passione per lo studio dei flussi elettorali, mette sul tavolo l’anatra. Ovviamente zoppa. Assai improbabile, ma non impossibile, “ad oggi, ma tenendo sempre conto che le domande poste dai sondaggisti portano a risposte che richiederebbero il votare su due schede: una per il presidente, l’altra per i partiti. Però, la scheda per la Regione che avrà in mano l’elettore sarà una soltanto”. Quindi, stando agli ultimi sondaggi, l’unica via per la vittoria del centrosinistra passerebbe per quel voto disgiunto.

E dove se non a Torino, Chiamparino potrebbe accentuare i suoi sforzi per accorciare ulteriormente quella distanza da Cirio, a sua volta oggettivamente meno forte nel capoluogo rispetto al resto della Regione? Così anche quel posizionamento Sì Tav che, anche di fronte al rinforzo parlamentare dato dalla Lega alla Torino-Lione, era parsa una lancia spuntata nelle mani dell’attuale governatore, unita all’immagine della città e del suo sviluppo potrebbe invece rivelarsi potenzialmente un’arma vincente. Per un’eventuale vittoria comunque mutilata, insomma senza una maggioranza uscita dalle urne, ma da ricercare dopo.

“La debolezza di Cirio potrebbe emerge soprattutto a Torino”, osserva ancora Fornaro prendendo atto con realismo degli attuali dati sul centrosinistra, ma convinto di poter portare a Palazzo Lascaris due consiglieri della lista Liberi Uguali Verdi, uno a Torino e l’altro nella sua Alessandria. Il deputato bersaniano quell’anatra zoppa non esclude del tutto di poterla vedere il 27 di maggio. Allevata e nutrita con cura da Chiamparino sulla riva del Po. Perché semmai arriverà sul tavolo del centrosinistra, oltre che zoppa sarà tutta in salsa torinese. 

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