POLVERE DI (5) STELLE

C'eravamo tanto armati: tregua Appendino-M5s. Via libera a Schellino vice

La frattura resta, alcuni rapporti personali sono incrinati, ma per ora nessuno ha interesse a rompere definitivamente, con l'inevitabile esito di andare tutti a casa. Così un vertice di maggioranza durato poco più di due ore è servito a Chiara Appendino e al gruppo del Movimento 5 stelle per siglare una tregua in grado almeno di superare il generale agosto. “Abbiamo condiviso il nome del nuovo vicesindaco, domani firmerò e sarà Sonia Schellino, sceglieremo insieme anche il nuovo assessore all’Urbanistica per cui ci prendiamo qualche giorno in più e rimandato a lunedì il dialogo sugli aspetti politici e su quei temi che risultano ancora oggi più divisivi” afferma all’uscita da Palazzo Civico la sindaca che in un secondo passaggio rimarca la ricostituzione di “un clima di dialogo”. Tra i presenti c’è chi parla di clima “civile ma tutt’altro che disteso” in un contesto nel quale tuttavia nessuno ha osato spingersi oltre. “Abbiamo fatto passi avanti importanti”, dice la prima cittadina, che in Consiglio comunale aveva minacciato la fine del mandato sulla scia delle polemiche per il trasloco a Milano del Salone dell’Auto.

Per la vicepresidente del Consiglio comunale Viviana Ferrero, che nelle ultime ore aveva lasciato trapelare l’intenzione di abbandonare il gruppo, è stata “una gran bella riunione”. Insomma, i musi lunghi delle ultime ore sono stati abbandonati per lasciar posto a toni decisamente più concilianti. “La sindaca – ha detto la consigliera firmataria della mozione contro la collocazione al Valentino della kermesse motoristica – era positiva nel voler trovare una strada comune, per il bene della città, starà a noi trovare il modo per chiarirci”. Stessa solfa da parte di altri colleghi. “È iniziato un confronto, adesso definiremo macro-obiettivi” spiega il consigliere Aldo Curatella –. Resta comunque fermo il discorso che si deve migliorare il confronto, per arrivare in aula compatti”. “Vogliamo progettare i prossimi due anni con un metodo di lavoro più condiviso, in cui siano chiare e nette le posizioni”, aggiunge il consigliere Massimo Giovara.

Più spigolosa la nota della capogruppo Valentina Sganga: “Abbiamo iniziato il confronto con la sindaca, che avevamo chiesto sin da prima del consiglio comunale di lunedì scorso. Pensiamo che Appendino abbia capito che non si può scaricare solo su di noi la responsabilità delle difficoltà di questi anni e pensiamo che questo sia un buon inizio. Crediamo che negli incontri che seguiranno vadano individuati i temi più critici e capire con quale metodo affrontarli. Riteniamo, e abbiamo avuto modo di chiarirlo, che non fosse necessaria nessuna questione di fiducia e continuiamo a pensare che la discussione sia una ricchezza e non un freno per la città”. Insomma, altro che mandato pieno, il rischio è che il logoramento continui.

Dopo l'ammutinamento di lunedì scorso, i consiglieri erano quasi tutti presenti, mancavano solo Daniela Albano, Federico Mensio (in vacanza) e Barbara Azzarà per motivi personali. All'ingresso nella sala dell'Orologio è stato chiesto ai presenti di non utilizzare i propri smartphone per evitare fughe di notizie. La prima a parlare con i cronisti è Monica Amore, che fugge anzitempo ma non a causa di scazzi politici, bensì per andare ad ascoltare il concerto di Eros Ramazzotti: "Ci stiamo chiarendo" spiega prima di salire su un taxi.

L'esito positivo è stato frutto di un lungo lavoro di mediazione che ha visto protagonista proprio la prima cittadina che dopo aver dato fuoco alle polveri lunedì in Sala Rossa, ha vestito i panni del pompiere e spento, almeno momentaneamente, i tanti focolai di dissenso. Il primo a essere ricevuto questa mattina è stato l’ex presidente del Consiglio Fabio Versaci, suo sodale di antica data, con il quale era calato il gelo dopo il duro j’accuse di Appendino nei confronti della maggioranza. Lei gli aveva promesso che prima di prendere una decisione su Guido Montanari sarebbe stato interpellato, così da consentirgli di mediare, assieme alla capogruppo Sganga, con l’ala oltranzista. E invece Versaci ha scoperto via social della cacciata del vicesindaco e si è ritrovato in Sala Rossa ad ascoltare un intervento da lui stesso definito inaccettabile, al punto da portarlo ad abbandonare polemicamente lo scranno. I due si sono chiariti e le prime nubi su Palazzo Civico hanno iniziato a diradarsi. Tra gli altri consiglieri viene derubricato a incidente di percorso l’addio polemico di Marina Pollicino che pure ha turbato più d’un collega. Secondo la vulgata diffusa, non ce n’era alcun bisogno, soprattutto non c’era nessuna fretta e a questo punto pare decisamente improbabile che qualcuno possa valutare di seguirla nella sua personale traversata del deserto.

Non è ora il momento di rompere. Non sul Motovelodromo o su altri atti amministrativi, questioni relativamente marginali per giustificare agli occhi dei torinesi una crisi di giunta e l’arrivo di un commissario. Un ruolo centrale in questa partita sta provando a giocarlo proprio Montanari. L’ex numero due della giunta ha riallacciato rapporti e contatti con comitati e associazioni dell’area benecomunista. In questi giorni è stato in costante contatto con i consiglieri a lui più legati con cui si è confrontato esortandoli a evitare colpi di testa. È convinto che ci sia uno spazio politico da occupare ma per circoscriverlo ha bisogno di un casus belli dirompente per convincere alcuni dei duri e puri a staccare la spina. Lui aveva ipotizzato la Tav – in fondo tra non molto il premier Conte potrebbe dare il via libero definitivo ai bandi per il tunnel di base – forse bisognerà avere ancora più pazienza. Anche perché Appendino ha fatto capire chiaramente che avrebbe venduto carissima la pelle: sui social ogni post era una prova di forza: “Lo avevamo promesso, lo abbiamo fatto” si legge sulla sua pagina nel giorno dell’ennesima presentazione dei nuovi bus di Gtt. Intanto i suoi pretoriani, sempre via social, spargevano ramoscelli d’ulivo alla frangia più combattiva. Questa sera a Palazzo il tempo è sembrato fermarsi, la crisi congelarsi, tutti imprigionati in una bolla che li costringerà a convivere ancora per un po’. 

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