TRAVAGLI DEMOCRATICI

Capogruppo escluso dalla Festa, tornano a volare stracci nel Pd

Il nome di Ravetti non compare nell'elenco degli ospiti alla kermesse di Fubine e si scatena il finimondo tra le correnti di un partito dilaniano dagli scontri intestini. Per gli organizzatori si tratta di un errore, ma il clima è da resa dei conti

Si potrebbe andare tutti alla Festa dell’Unità. Vengo anch’io? No tu no. Per vedere l’effetto che fa non leggere il proprio nome sui manifesti non bisogna neppure gridare aiuto aiuto è arrivato il leone, perché quello di Domenico Ravetti su Facebook è un ruggito bell’e buono. Pure condito da retropensieri, poi neppur tanto retro, sull’andazzo che a suo avviso ha preso il Pd in provincia di Alessandria dove da settimane si sta consumando una guerra sulla segreteria tra zingarettiani e non, con proprio il capogruppo in consiglio regionale a capeggiare, insieme all’ex senatore Daniele Borioli, i primi.

Così quello che potrebbe restare un grossolano errore che tradisce il copia-incolla dei manifesti dello scorso per la Festa dell’Unità di Fubine, diventa un caso politico. Poco importa se tra gli ospiti compaia ancora Rocchino Muliere quale sindaco di Novi Ligure a conferma dello svarione. Per Ravetti non vedere il suo nome tra quelli degli ospiti è un “piegare la realtà alle convenienze delle aree interne come se una vasta comunità politica fosse nelle disponibilità solo di alcuni”, insomma quel renziano di Mauro Longo, instancabile organizzatore di una delle feste più grandi del partito in provincia, l’ha fatta grossa. E per il capogruppo oltre l’affronto c’è il disegno politico dietro. Gli stracci volano e  si lavano fuori casa. “Si fa addirittura polemica pubblica, tanto per sputtanarci un po’ di più”, osserva sconsolato Rapisardo Antinucci segretario cittadino ad Alessandria, che prende atto: “siamo alla frutta”.

Il Grande Escluso rincara polemico: “Siamo all’amaro”. Ha voglia a proporre la polenta col cinghiale, l’artefice dell’incidente tipografico, la frittata ormai è fatta. I commenti fioccano e le chat scottano più delle salamelle.

“Credo che ad ogni errore si possa porre rimedio”, prova a spegnere la polemica il giovane renziano Alessandro Buzzi, ma Ravetti ormai è in ebollizione e ribatte sarcastico: “Dici che è un refuso? Ah? Mannaggia e io che pensavo fosse altro. Menomale che sei arrivato tu con la tua profondità a farmelo notare”. Il capogruppo, anche se non citato sui manifesti, alla festa assicura che andrà. Le penne all’arrabbiata sono nel menù del 13 agosto.

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