POLVERE DI (5) STELLE

I No Tav sfidano Salvini, i 5 stelle piagnucolano

Dopo il voto in Senato il fronte degli oppositori spara le ultime cartucce: "Il cantiere è fermo da 400 giorni provi ad allargarlo". Grillo attacca Perino: "Non avere i numeri non significa tradire. Sei un ipocrita sopravvalutato". Ferrero e Frediani moccicano amaro

“Continuiamo da noi. Da un cantiere di fatto fermo da oltre 400 giorni grazie alla nostra opera costante di presidio ed iniziativa, da dei lavori di allargamento che sfidiamo Salvini a far partire, così da poter toccare con mano cosa significa cantierizzare un territorio ostile”. Il voto del Senato sulle diverse mozioni, liquidato come “una sceneggiata dall’esito scontato”, non ferma la lotta dei No Tav. “La nostra storia la scriviamo noi – si legge su notav.info –. Ci vediamo nella valle che Resiste!”. E tanto per confermare che non intendono affatto smobilitare annunciano la loro presenza venerdì prossimo a Chiomonte alla giunta regionale convocata nel Comune valsusino dal governatore Alberto Cirio. “Venerdì la banda del buco verrà a Chiomonte” sottolineano, osservando che “fa quasi tenerezza il teatrino messo in campo, il cui costo graverà sulle tasche dei cittadini che lavorano per arrivare a fine mese, poiché questa sciocca provocazione avverrà in un contesto di militarizzazione, l’ennesima, del nostro territorio. Noi, come sempre, ci saremo”.

Al netto delle dichiarazioni bellicose è innegabile che oggi per il movimento che da quasi trent’anni si oppone alla realizzazione della linea ad alta velocità Torino-Lione è una brutta giornata. Ma a passarsela peggio, come nota con una punta di comprensibile soddisfazione Stefano Esposito, sono i Cinquestelle, additati ormai come “traditori”. “I Cinque Stelle hanno perso completamente la Valle. Hanno tentato di salvarsi l’anima portando questa mozione in Parlamento, ma si sapeva come sarebbe andata a finire. Era una parabola già scritta”, afferma Nicoletta Dosio, la pasionaria No Tav vicina all’estrema sinistra. “Sono un’accozzaglia, tutto e il contrario di tutto. Dalla Val Susa hanno preso dei voti. Non il mio, non mi sono mai fidata. Ma tanti altri. Ora li han persi. C’è la Tav e c’è il Dl Sicurezza: i 5 Stelle stanno lavorando a favore di tutte le decisioni disumane di questo governo”. Parole come pietre che si aggiungono a quelle pronunciare alla vigilia del dibattito parlamentare da Alberto Perino, lui sì fiancheggiatore dei grillini.

Ed è proprio all’ex bancario diventato una delle figure di spicco della lotta al supertreno che si rivolge Beppe Grillo. “La pacatezza ostentata non cambia il senso alle parole che ha usato: tradimento. Il MoVimento vi ha tradito, ha tradito la Val di Susa, il Movimento No Tav e sopratutto tradito e deluso Alberto Perino. Tradire, anche se non è un termine di moda, significa qualcosa come passare dalla parte dell’avversario. La sua è una pacatezza ipocrita che fa l’occhiolino a chi si è dimenticato cosa significhi quella parola. Non avere la forza numerica per bloccare l’inutile piramide non significa essersi schierati dalla parte di chi la sostiene”. L’ex comico replica così con un post su facebook a Perino. “Il mainframe che vuole la Tav come feticcio di un sole dell’avvenire lo conosco bene, ma non avrei mai immaginato che lei avrebbe provincializzato, anche cerebralmente, la lotta contro queste opere inutili e dannose. In Val di Susa ho rimediato un candelotto in faccia e 4 mesi di condanna, ma il peggio è essere stato al fianco di uno che oggi (solo per il fatto che questo è un paese democratico) mi dà del traditore. Questa è una delusione, non perché abbiamo mai mangiato insieme, piuttosto per averla così sopravvalutata. I suoi sforzi per insultare me ed il movimento, con tarda pacatezza, esprimono la dinamicità di un fermacarte, incapace di farsi delle nuove domande, mentre l’avversario ha già cambiato pelle moltissime volte”, conclude Grillo.

Mentre con il voto di oggi i vertici del M5s sperano, forse un po’ ingenuamente, di archiviare grazie al generale agosto la pratica, a livello torinese e piemontese la questione e tutt’altro che chiusa. “Vado a camminare che smaltisco la rabbia e penso a cosa fare”, scrive Viviana Ferrero, vicepresidente del Consiglio comunale di Torino, tra i consiglieri pentastellati della Sala  Rossa più critici nei confronti della giunta di Chiara Appendino e della svolta governista del Movimento. “Ho sentito gli interventi sul Tav – spiega declinando al maschile la linea ferroviaria come si confà agli oppositori – per la maggior parte la fiera delle ovvietà  e dei luoghi comuni. Povera Italia si parla tanto tanto delle grandi opere che poi non si faranno mai. Sarà  così  anche per il Tav, di nuovo soldi buttati  e le scuole che cadono a pezzi e ospedali da ricostruire e trasporto pubblico che non funziona”. Esaurita la scorta di banalità affonda il coltello nella piaga: “La discussione in aula del Parlamento è di assoluta inutilità – aggiunge – quando governi  decidi e se fai accordi e sei in maggioranza li fai nel tuo interesse. È vero che non c’è solo il Tav ma i salvataggi delle aziende li fa qualsiasi Governo. Su dai...per favore oggi non è giornata”, conclude la consigliera che lo scorso 27 luglio in Valsusa aveva partecipato alla marcia conclusa con i soliti tafferugli con le forze dell’ordine e l’irruzione nella zona rossa ai margini del cantiere.

Vagheggia il ritorno al sacro spirito originario, invece, Francesca Frediani, che auspica un 8 settembre per il governo: “La Lega ha violato platealmente il Contratto di Governo. Vi prego: tutti a casa e cerchiamo di recuperare il nostro meraviglioso progetto così com’era concepito”. Per la capogruppo M5s in Consiglio regionale non è però tempo di colpi di testa e anche lei, come tutti, si tiene ben incollata allo scranno di Palazzo Lascaris: “Il cambiamento culturale richiede tempo, abbiamo dimostrato di saper fare cose ottime per il Paese, ma la Lega ci ha trascinato nel suo baratro di ignoranza e fascismo. E l’ultima possibilità per dire basta e ripartire. Ridateci il M5s”, conclude.

Cerca di salvare il salvabile Valentina Sganga, capogruppo grillina in Sala rossa: “La maggioranza 5 Stelle di Torino era, è e sarà sempre No Tav. Finché ci saremo noi ogni nostro atto sarà pensato per rendere più complicata la realizzazione di un’opera inutile, dannosa per la salute e osteggiata dal territorio cui la si vuole imporre”. Nella nota si sofferma sulle “parole di fuoco e accuse reciproche che pongono fine ad un’alleanza storica che si era fatta grande nelle piazze e nelle istituzioni: quella della Valsusa che ripudia il M5s e quella del M5s che ripudia sé stesso”. Una presa d’atto, cui però non intende rassegnarsi la giovane consigliera. “C’è chi vorrebbe ci mettessimo a discutere da che parte stare ma credo che la cosa più saggia sia provare a salvare le cose incominciando a dire con forza che l’errore che si annida in ambi i lati. Un errore che ha poco di politico e molto di umano: qui soccombiamo tutti per mero orgoglio”.

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