GIALLOROSSI

"Governo forte, altrimenti al voto"

Cirio assicura un confronto leale e nell'interesse del Piemonte. Ma non nasconde le incognite di una maggioranza così eterogenea. Da esponente di Forza Italia fa il tifo per un centrodestra che sappia ritrovare l'unità, aggiornando la proposta politica

Nelle ore in cui il governo in gestazione sembra di nuovo in bilico, Alberto Cirio rassicura sulla sua intenzione di tenere il Piemonte al riparo dalle intemperie politiche e dai cambi di esecutivo e anzi di voler far sentire “la voce della nostra regione” a Roma “perché ogni anno i piemontesi pagano allo Stato 10 miliardi in più di quelli che ricevono”. Dichiarazioni rilasciate in una intervista a al TgCom 24, in cui il governatore rispolvera uno dei vecchi cavalli di battaglia della Lega federalista. In un incontro a Chieri con i sindaci dei Comuni piemontesi colpiti dal maltempo rilancia il tema dell’autonomia che “per noi è non solo un cavallo di battaglia” ma soprattutto “un impegno preso con i cittadini piemontesi”. “Sentire che si sta parlando più di poltrone e incarichi che di programmi spaventa perché il Piemonte e le altre regioni italiane non possono più attendere – ha proseguito Cirio –. In provincia di Torino c’è la disoccupazione giovanile che tocca il 30 per cento, c’è la necessità di procedere celermente con le opere pubbliche, la Tav, l’Asti-Cuneo, il Terzo Valico. C’è quindi bisogno di avere un’interlocuzione con un governo forte e che abbia le idee molto chiare su quello che c’è da fare”.

Se sarà così bene, altrimenti meglio il voto, come peraltro ribadito da Silvio Berlusconi anche di fronte a Sergio Mattarella e Giuseppe Conte, durante le consultazioni. Una posizione netta, almeno pubblicamente, che si accompagna però dalla segreta speranza di un rinvio il più lontano possibile delle urne che rappresenterebbero per il partito azzurro una vera e propria decimazione (di voti e quindi di eletti). “L’Italia ha bisogno di un governo stabile. Abbiamo bisogno di posizioni molto chiare, ma se questo nuovo esecutivo inizia a discutere su tutto saremo allo stallo. Che è poi il motivo per cui Matteo Salvini ha deciso di staccare la spina”, aggiunge Cirio provando a tenersi in equilibrio strizzando l'occhio a quello che è pur sempre l'azionista principale della sua giunta.

Sono in tanti a ritenere che la rottura tra Lega e Movimento 5 stelle tragga origine da quel voto in Europa con cui gli europarlamentari grillini hanno eletto Ursula von der Leyen, isolando, di fatto, il Carroccio. E l’Europa resta il principale interlocutore anche per il Piemonte che sui fondi europei punta per i suoi investimenti. “Urgenze ce ne sono tutti i giorni, non solo nei rapporti con l’Europa – precisa Cirio –. Le elezioni avrebbero dato in breve tempo al paese un governo stabile. Invece ora abbiamo il Pd che è fortemente europeista e i grillini che sono contro. Questo porta allo stallo, e mi preoccupa perché prima di pensare al commissario europeo, dobbiamo affrontare le urgenze vere, che sono quelle che le gente vive nella propria quotidianità”. Che nuove elezioni potessero davvero consegnare all’Italia un governo stabile è affermazione ardita ma che testimonia come su questo tema il centrodestra abbia ritrovato compattezza.

Per Cirio “questo governo nasce contro, per non far governare chi la gente vuole, chi, se si votasse domani, vincerebbe certamente” afferma con riferimento alla coalizione verde-azzurra a trazione leghista. Un’area che sarebbe pronta, almeno secondo le parole del presidente, a “ridurre le tasse così come fece Berlusconi”, dimenticando che al momento quella coalizione è un puro atto di fede. “Ora abbiamo chi ha perso le elezioni che si mette insieme e fa un nuovo governo. Mi piacerebbe sapere quali sono i loro programmi, e come questo nuovo governo pensa di dare alla mia Regione ciò di cui ha bisogno: parlo di Tav, Asti-Cuneo, opere pubbliche, investimenti”.

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