OPERE & OMISSIONI

De Micheli come Toninelli, Asti-Cuneo ancora ferma

Al Mit cambia il titolare ma non la solfa sulla grande incompiuta piemontese. La ministra Pd sconfessa Delrio e procede con la soluzione del suo predecessore grillino. Il via libera dell'Ue potrebbe slittare in attesa dell'insediamento della nuova Commissione

L’ex ministro Graziano Delrio dovrà farsene una ragione e con lui tutti quelli che nel Pd avevano osteggiato il piano di Danilo Toninelli per l’Asti-Cuneo. La nuova titolare del Mit, la piddina Paola De Micheli ha deciso che il completamento dell’autostrada si farà seguendo lo schema tracciato dal suo predecessore grillino. Lo farà, di fatto, sconfessando la linea dell’attuale capogruppo alla Camera e le sue previsioni funeste arrivate in estate con una piccata reazione: “La delibera portata al Cipe è illegittima e non c’è il via libera della Commissione Europea, che invece avevamo già ottenuto a maggio del 2018 quando il nostro governo davvero aveva sbloccato l'opera".

Era il primo di agosto, la “giornata storica” come la definì pomposamente il presidente della regione Alberto Cirio di fronte al via libera del Comitato interministeriale per la programmazione economica. Diciannove giorni dopo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si sarebbe dimesso e otto giorni più tardi, quando ormai il Governo gialloverde era finito, Toninelli faceva quel che aveva sempre sostenuto non sarebbe stato necessario fare: spediva il piano finanziario relativo all’Asti-Cuneo a Bruxelles. E la risposta a quella richiesta di avvallo è ciò che aspetta il ministro Demicheli per dare concreto avvio al piano predisposto, sempre che da Bruxelles arrivi il via libera e non uno stop o, magari, una seri di rilievi e osservazioni a quel piano che contiene il nodo della questione: il valore di subentro che il potenziale nuovo concessionario dovrà versare all’uscente, in questo caso il Gruppo Gavio che realizzerà l’opera, all’esito delle gare, in primis quella per la Torino-Milano. Valore che se troppo alto, come ritenuto da Delrio e dallo stesso partito dell’attuale ministro, violerebbe le regole europee sulla concorrenza.

“Il ministro mi ha confermato l’intenzione di proseguire con il piano predisposto dal precedente Governo, anche per evitare di allungare ulteriormente i tempi”, dice il presidente della Provincia di Cuneo Federico Borgna che con la De Micheli si è incontrato alcuni giorni fa. Un’intenzione quella della titolare del Mit che era stata riferita anche dal ministro alla Pubblica Amministrazione, la pentastellata cuneese Fabiana Dadone: “Il ministro mi ha assicurato che l’Asti-Cuneo sarà portata a termine così come impostata dal ministro Toninelli”. Che la linea seguita dall’attuale titolare del Mit non possa che risultare un assist per i Cinquestelle, così come una ragione di imbarazzo per il Pd, appare più che evidente. Così come ormai acclarata è la mancata promessa, fatta dal Governo gialloverde, di aprire i cantieri in estate. Non si vedranno le ruspe neppure in autunno, figurarsi in inverno.

Ad oggi da Bruxelles non è arrivata ancora alcuna risposta e se non giungerà, come si confida al ministero, entro la fine del mese quando finirà il mandato dell’attuale Commissione bisognerà aspettare l’insediamento della nuova con altri mesi da mettere in conto. “Nel caso dall’Unione Europea arrivi il via libera, evitando ogni rischio di apertura di procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, resterà solo più da sottoscrivere il contratto con il concessionario” spiega Borgna che, proprio per capire quale fosse l’intendimento del nuovo Governo, aveva subito chiesto l’incontro con la De Micheli.

Una lettera a Conte in occasione della sua prossima visita in Piemonte, la sta invece scrivendo Cirio per ribadire al premier la necessità di procedere con celerità sui dossier delle infrastrutture piemontesi. Dalla “giornata storica” sono passati due mesi e sull’Asti-Cuneo nulla si è più mosso. E, come dice l’assessore regionale Marco Gabusi, “si aspettano notizie dal ministero”. Dove, a sua volta, la titolare attende quella risposta dall’Europa per dar corso al piano predisposto da Toninelli dopo aver buttato nel cestino quello di Delrio, aprendo sul fronte delle autostrade del Piemonte a possibili novità su dossier ancor più pesanti come quelli che riguarderanno le future gare per le concessioni.

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