LUDOPATIA

Azzardo, la Regione riapre i giochi

L'assessore Tronzano disponibile a rivedere l'aspetto retroattivo della norma per andare incontro ai gestori. Ma dall'ultima ricerca dell'Ires emerge che il provvedimento funziona e il centrosinistra alza le barricate. Rossi (Pd): "La legge non si tocca"

“Pronto a rivedere la legge sulle ludopatie”. Nel giorno in cui a Palazzo Lascaris tornano a sfilare i rappresentanti delle associazioni dei gestori, l’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano apre all’ipotesi di studiare i modi per mitigarne gli effetti negativi della riforma del centrosinistra soprattutto dal punto di vista dell’occupazione. In particolare, Tronzano afferma di non aver alcun problema a “sottoscrivere una proposta di legge del Consiglio che elimini gli elementi di retroattività” del provvedimento. Cosa vuol dire? Di fatto si tratterebbe di una moratoria per tutti quei bar o tabaccherie che hanno ottenuto la licenza prima che entrasse in vigore la legge. Il nucleo della norma voluta dal centrosinistra nella scorsa legislatura è il cosiddetto distanziometro, ossia il divieto di slot machine in locali a meno di 500 metri (300 nei Comuni fino a 5mila abitanti) dai luoghi sensibili, ossia scuole, ospedali, oratori eccetera. Anche gli orari hanno subito una limitazione, al punto da far gridare l’allarme a chi è contrario questa legge che tanti vincoli avrebbero prodotto solo un incremento del sommerso, cioè del gioco illegale, gestito spesso dalla criminalità organizzata.

Quel che è emerso durante la discussione di questa mattina nella seduta congiunta delle commissioni Lavoro e Sanità è stata l’assenza del titolare di corso Regina Margherita Luigi Icardi. Una mancanza che dimostra anche il diverso tipo di approccio tra questa e la passata amministrazione regionale: se, infatti, la legge voluta dal centrosinistra era stata ispirata proprio da fattori sanitari e aveva come obiettivo quello di arginare un fenomeno pericoloso come la ludopatia, oggi il centrodestra delega all’assessore alle Attività produttive Tronzano la gestione di una partita in cui l’approccio è prettamente economico e va incontro alle necessità (più che legittime) dei gestori privati.

Durante la commissione sono stati presentati anche i dati della ricerca condotta dall’Ires sugli effetti della legge, approvata nel 2016. Il diretto Marco Sisti ha evidenziato che “in questi anni si è assistito a una drastica riduzione dei volumi di gioco in Piemonte a fronte di un incremento nelle altre regioni”. Dal 2013 al 2016, infatti, in Piemonte il volume nel gioco distribuito su rete fisica è cresciuto di circa il 4,5 per cento (+219 milioni di euro, pari a un volume di gioco di circa 1.167 euro procapite per residente di ogni età). Anche le perdite dei giocatori sono cresciute nello stesso periodo di circa l’11 per cento (+127 milioni, pari a 283 euro procapite per residente di ogni età). Dopo il 2016 si assiste a una drastica diminuzione dei volumi di gioco nella nostra regione a fronte di un incremento nel resto d’Italia. La diminuzione registrata in Piemonte nel 2018, rispetto al 2016, è di 497 milioni di euro (-9,7%) e di 430 milioni rispetto al 2015. Il calo nel valore delle perdite osservato nel 2018 rispetto a quello del 2015 è pari a 113 milioni (- 10%). Nel resto d’Italia le perdite del 2018 sono maggiori di circa 1,3 miliardi rispetto al 2015 (+9%). In Piemonte il gioco a distanza cresce molto (+75%), ma meno che nel resto d’Italia (+87%), la crescita del gioco d’azzardo rallenta rispetto al resto d’Italia (+7% contro +22%) e, nel 2018, le perdite sono inferiori a quelle osservate nel 2015 di circa il 6% (69 milioni di euro). (GUARDA LE SLIDE)

Insomma, la legge funziona? Parrebbe di sì anche se resta da valutare la quantità di gioco sommerso, cioè illegale che secondo i gestori è incrementato a causa della riduzione dell’offerta legale. Contrario a ogni tipo di revisione della legge il centrosinistra: “Contrasteremo ogni tentativo di revisione” attacca Domenico Rossi (Pd), secondo il quale “Rispetto all’accusa di un passaggio dal gioco legale a quello illegale mancano oggi i dati a conferma della tesi, che comunque, a livello teorico, sarebbe vera solo in caso di proibizione del gioco. Qui, invece, siamo di fronte a un allontanamento o spostamento dai luoghi della vita. C’è tutto lo spazio per un mercato legale che gli imprenditori devono essere in grado di cogliere”. Secondo Giorgio Bertola (M5s) “i numeri Ires hanno il merito di smontare le fake news della lobby dell'azzardo secondo cui la nuova legge piemontese avrebbe determinato un aumento dell'azzardo sul web”. Sulla stessa linea anche Marco Grimaldi di Luv che invita i gestori di slot e macchinette a “mostrare le carte che dimostrano i vantaggi per la criminalità organizzata il gioco illegale derivanti dalla nostra legge” perché “siamo stanchi di ascoltare calunnie e dati non suffragati dalla realtà”.

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