SANITA'

Lea, il Piemonte perde il primato

La Regione in un anno retrocede dal primo al quarto posto sui livelli essenziali di assistenza, uno dei principali indicatori che misura lo stato del servizio sanitario. Passano avanti Veneto, Toscana ed Emilia

Il fiore all’occhiello della sanità piemontese è appassito. Dal primo posto conquistato nel 2017 nella classifica nazionale dei livelli essenziali di assistenza, la regione è slittata al quarto, surclassata da Veneto, Toscana ed Emilia Romagna. Dai 221 punti festeggiati come record mai raggiunto prima (ma ora superato dalla regione governata da Luca Zaia) il Piemonte è sceso a 218, che resta pur sempre uno dei punteggi migliori a livello nazionale ma segnala comunque che qualche cosa in un anno è cambiato. E non in meglio. Resta ancora davanti per tre punti alla Lombardia, tuttavia il Piemonte segna un calo da individuare in uno o più dei molti parametri presi in considerazione per comporre la griglia Lea raccolti in tre macroaree: ospedale, distretto e prevenzione.

Gli indicatori sono raccolti in tre macro categorie: ospedale, distretto e prevenzione. Tra i fattori che concorrono alla valutazione ci sono alcune tipologie di interventi come ad esempio quelli per le fratture di femore svolti entro le 48 ore, la quantità di prestazioni inappropriate consumate dai cittadini, ma anche l’adesione agli screening oncologici, i tempi di intervento del 118, il tasso di risonanze magnetiche rispetto alla popolazione e i controlli veterinari.

A portare il Piemonte in vetta alla classifica per il 2017 erano stati soprattutto i miglioramenti ottenuti nella copertura vaccinale pediatrica, in particolare contro il morbillo, e nell’assistenza ai malati terminali. Ora, in corso Regina Margherita, resta da capire quali siano le ragioni del calo segnato nel giro di un anno e individuare i correttivi per cercare di recuperare posizioni nella classifica in cui il punteggio massimo che si può raggiungere è 225. Tre punti in più del risultato ottenuto dal Veneto, seguito da Toscana ed Emilia-Romagna con 220 (erano a 216 e 218), Piemonte a 218 (era in testa con 221), Lombardia con 215 (212), Liguria con 211 (195), Umbria con 210 (208), Abruzzo con 209 (202), Marche con 192 (201) Basilicata con 191 (189), Puglia con 186 (179), Molise con 180 (167), Lazio con 179 (180), Campania con 170 (153), Sicilia con 165 (160) e infine Calabria con 146 (136) che resta l’unica sotto la soglia di livello minimo accettabile di 160.

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