OPERE & OMISSIONI

Icardi gioca al Parco della Salute

L'assessore annuncia una revisione del progetto originario: fuori l'infantile Regina Margherita e l'ostetricia del Sant'Anna. "Uno spezzatino che pregiudica l'attività", tuona l'opposizione. La Regione deciderà entro la fine dell'anno

“La salute delle donne non può essere penalizzata per saldare le promesse fatte dal centrodestra in campagna elettorale”, attacca il Pd con Monica Canalis e Mauro Salizzoni. “Rischiamo di tornare a un Parchetto della salute con un’operazione che compromette tutto il progetto originale”, paventa Marco Grimaldi di Lev. “Non sono stato confuso, semplicemente non ho risposto quel che le opposizioni avrebbero voluto sentirsi dire e non mi faccio dettare i tempi da loro”, replica secco dal banco degli accusati l’assessore alla Sanità Luigi Icardi.

Al centro del duro scontro in Consiglio regionale e a margine, con dure note della minoranza e non meno piccate risposte dell’inquilino di corso Regina, ancora una volta la vicenda del Sant’Anna e del Regina Margherita. Dentro il futuro Parco della Salute o fuori come promesso dal centrodestra in campagna elettorale a chi rivendicava l’autonomia dei presidi? O, ancora, qualcosa dentro e qualcosa fuori come sembra profilarsi?

Certo è che dopo la risposta di Icardi, ritenuta insufficiente e confusa, dal gruppo dem parte un durissimo e articolato j’accuse. “Sul futuro del Sant’Anna l’assessore pare confuso e ipotizza uno spezzatino – sostengono Canalis e Salizzoni –. Ma l’ostetricia e la ginecologia non possono rimanere in un vecchio ospedale anteguerra, devono andare nel futuro Parco della Salute a tutela delle donne e dei nascituri”.

I consiglieri piddini ricordano a supporto della loro tesi e delle loro preoccupazioni come “Il presidente Alberto Cirio e l’assessore Icardi hanno più volte fatto circolare la loro intenzione, più o meno esplicita, di voler modificare il progetto del Parco della Salute, escludendo il Regina Margherita e più in sordina anche il Sant’Anna, adducendo per lo più ragioni legate al numero di posti letto necessari alle specialità pediatriche, senza riferimenti alle condizioni strutturali del vecchio edificio. Oggi in l’assessore Icardi è parso confuso, ma – spiegano i dem - ha confermato che sono in corso valutazioni finalizzate a trasferire nel futuro Parco l’oncologia ma non l’ostetricia del Sant’Anna”.

Circostanza questa che viene ribadita da Icardi, il quale a proposito e replicando alle accuse spiega che “le valutazioni sono ovviamente tecniche e scientifiche e porteranno a una decisione entro la fine dell’anno”. Ma Canalis e Salizzoni, poco prima gli hanno ricordato che “il Sant’Anna è stato costruito nel 1938. Ma soprattutto oggi in tutto il mondo occidentale il modello stand alone women hospital non è più accettato, in quanto non sicuro per madre e feto. Quando si parla di gravidanza, infatti, sono in cura due soggetti, la madre e il feto”, quindi “lasciare il Sant’Anna dov’è oggi, nel momento in cui si costruirà il Parco della Salute, sarebbe antistorico”.

Nella dura nota che è seguita all’intervento in aula di Icardi, il Pd rimarca come “nel progetto originale del Parco della Salute si prevede l’accorpamento di attività e strutture ad elevata complessità attualmente presenti nei quattro presidi della Città della Salute di Torino. Se siamo tutti d’accordo sul fatto che debba essere salvaguardata la specificità e l’autonomia funzionale del Regina Margherita, tenere il Sant’Anna fuori dal nuovo polo di eccellenza del Parco della Salute – spiegano Salizzoni e Canalis – di fatto verrebbe a limitare la qualità dell’assistenza per le pazienti ginecologico ostetriche. I reparti di ostetricia e ginecologia devono essere collocati all’interno di un Policlinico per diverse ragioni, in primis per la sicurezza delle donne. Ci auguriamo che su questo punto fondamentale l’assessore Icardi si schiarisca presto le idee”.

L'assessore replica che la decisione arriverà presto e “sulla base delle valutazioni già in corso”. Ma questo non basta, evidentemente, neppure a un altro esponente dell’opposizione, Grimaldi, che torna ad accusare la giunta di non voler collocare completamente all’interno del Parco della Salute il polo materno-infantile”. Grimaldi giudica “quello che abbiamo sentito in aula molto grave: da un lato, il Regina Margherita è già fuori, dall’altro il Sant’Anna verrebbe addirittura smembrato, con ginecologia e oncologia all’interno del Parco, ma non ostetricia”. Per il consigliere di Lev “la Giunta continua a non voler capire che le donne hanno bisogno di discipline che vanno oltre la storia degli ospedali specialistici autosufficienti. Lo studio della materia dice che i parti sono diminuiti ma è aumentata la loro complessità, che richiede spesso interventi difficili, e l’età media delle partorienti. Per questo soltanto la presenza di reparti specialistici medici e chirurgici nella stessa struttura garantisce la sicurezza delle donne. Lo stesso vale per il Regina Margherita: rivendichiamo l’autonomia e l'elevata qualità delle cure in campo materno-infantile, ma dentro il Parco della Salute. Ecco perché ho chiesto un Consiglio Regionale straordinario per rivedere una decisione profondamente sbagliata”.

Non meno tenero il giudizio del M5s. “Servono certezze e Icardi non ne fornisce nemmeno una. Come si può pensare di apportare modifiche così rilevanti, di punto in bianco, senza nemmeno informare il Ministero della Salute? Come è possibile rivoluzionare il progetto ed allo stesso tempo rifiutarsi di realizzare il dibattito pubblico come indicato, a suo tempo, dal Ministero?”, domanda la capogruppo pentastellata Francesca Frediani. “Abbiamo sempre sostenuto la necessità di aprire il dibattito pubblico per accogliere le istanze di tutti i soggetti coinvolti ed evitare che un progetto così importante fosse deciso da poche persone. Se la Giunta intende cambiare il progetto allora lo faccia attraverso dibattito pubblico, ascoltando tutti: addetti ai lavori, ordini professionali, cittadini e forze politiche”.

La decisione di cambiare il progetto originario per le minoranza troverebbe ragione in quella sorta di cambiale elettorale firmata dal centrodestra prima delle regionali a favore di chi si oppone all’inserimento dei due ospedali nel Parco della Salute e ha trovato nei partiti della coalizione un evidente sostegno nel corso delle numerose manifestazioni. “Non ho cambiali elettorali da pagare”, replica Icardi. Intanto la questione è tutt’altro che chiarita. “Decideremo entro la fine dell’anno” annuncia l’assessore. Per le minoranze, una decisione già presa.  

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