POLITICA & GIUSTIZIA

Rosso si dimette dalla giunta, Meloni lo scarica: "Che schifo"

In carcere l'assessore firma la lettera in cui rassegna le deleghe al governatore Cirio. Cacciato da Fratelli d'Italia: "L'accusa è infamante mi viene il voltastomaco". Ma Crosetto è cauto: "Storia davvero strana. mai avuto sospetti"

“Mi viene il voltastomaco. La mafia, la camorra e la 'ndrangheta ci fanno schifo e ci fa schifo chi scende a patti con loro”. Con queste parole la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni scarica di fatto Roberto Rosso, arrestato questa mattina con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso. Dal carcere Rosso ha firmato la lettera di dimissioni da assessore regionale del Piemonte. “Rosso ha aderito a Fratelli d’Italia da poco più di un anno, chiedendo di essere candidato nelle nostre liste. Come facciamo con tutti i nostri candidati – spiega in una nota – abbiamo verificato con gli strumenti che un partito ha a disposizione se avesse problemi con la giustizia. Non è emerso nulla e abbiamo deciso di sottoporre anche il suo nome al giudizio degli elettori piemontesi. È stato il più votato nelle nostre liste, e per questo è diventato assessore regionale. Apprendiamo che stamattina è stato arrestato con l’accusa più infamante di tutte: voto di scambio politico-mafioso. Mi viene il voltastomaco. Perché io, e tantissimi altri Fratelli d'Italia, abbiamo iniziato a fare politica proprio per combattere ogni forma di criminalità organizzata. La mafia, la camorra e la ‘ndrangheta ci fanno schifo e ci fa schifo chi scende a patti con loro”.

Meloni quindi continua: “Da sempre, noi di Fratelli d’Italia siamo rigidissimi nella selezione e nelle candidature e facciamo tutto quello che è nelle nostre possibilità per proporre agli italiani persone senza macchia. Ma come ci si difende da chi bussa alla tua porta, dice di voler combattere con te e sembra avere un curriculum specchiato, ma poi viene accusato di reati così infami? Mi auguro dal profondo del cuore che Roberto Rosso dimostri la sua innocenza, che non siano vere le accuse che gli vengono mosse. Ma annuncio fin da ora che Fratelli d'Italia si costituirà parte civile nell’eventuale processo a suo carico, perché in questa vicenda ci consideriamo le prime vittime. Ovviamente, fin quando questa vicenda non sarà chiarita, Rosso è da considerarsi ufficialmente fuori da Fd’I. A chiunque pensi di usare il nostro simbolo per trattare con mondi che noi combattiamo voglio dire forte e chiaro: Fratelli d'Italia non può essere la vostra casa, perché ci fate vomitare”.

Cirio: "Accusa incompatibile con impegno politico"

Decisamente più cauto il co-fondatore di Fratelli d’Italia e coordinatore nazionale del partito Guido Crosetto, che ben conosce Rosso per il comune trascorso in Forza Italia: “Non conoscono bene i contenuti ma mi sembra una cosa strana” commenta ai microfoni di Radio Capital. “Rosso – prosegue Crosetto – è uno che farebbe qualunque cosa per prendere un voto, porterebbe un moribondo al seggio, ma non mi è mai sembrato uno che possa intrattenere rapporti con la mafia o ‘ndrangheta. In trent’anni nessuno mi hai parlato di cose simili su di lui e, siccome l’ambiente politico non risparmia critiche a nessuno, questa storia mi sembra anomala. Io lo conosco benissimo e tutti quelli che lo conoscono la pensano così”. Poi aggiunge allo Spiffero: “Se per caso fosse vero che sapeva di acquistare voti dalla mafia, attenderò la fine della pena e poi lo prenderò a ceffoni e calci in culo per un’ora!”