Appendino, più che svolta una giravolta

Alla fine, con una conferenza stampa all’insegna del tutto va bene Madama la Marchesa, scopriamo che il sindaco Appendino ha spalancato un doppio portone alla sua ricandidatura a sindaco della città di Torino nel 2021. Diciamo subito che la riteniamo una notizia positiva perché è giusto, secondo noi, che dopo un quinquennio di amministrazione ci si sottoponga al giudizio degli elettori/cittadini. In tutte le democrazie moderne gli amministratori eletti direttamente hanno la possibilità di governare per due mandati a patto che superino la valutazione intermedia, che ha l’obiettivo dichiarato di confermare o bocciare la linea politica dell’amministrazione.

Certo è, che ancora una volta, siamo in presenza del solito teatrino politico vecchio di anni (peraltro già emerso con le note vicende dei collaboratori dell’amministrazione): il sindaco o governatore di turno che iniziano il mandato gridando ai quattro venti che non si ricandideranno perché la poltrona per loro non ha importanza, innalzandosi così a paladini del cambiamento, salvo poi riemergere a qualche mese dal voto come unici salvatori della patria costretti al sacrificio elettorale. Siamo convinti che anche questa volta finirà cosi, avremo il sindaco Appendino ricandidata per la riconferma (immaginiamo che anche per lei non valga la regola del M5s dei due mandati, sarebbe quindi interessante capire queste regole “ad personam” come funzionano) con le stesse e identiche modalità e liturgie politiche di due illustri rappresentanti della politica subalpina: l’ex sindaco Fassino e l’ex governatore Chiamparino, guarda caso candidati loro malgrado.

Facile quindi la previsione di un 2020 visto come inizio di una lunga campagna elettorale, che partirà in stile soft, molto sabaudo, per poi incrementare gli annunci mediatici dalla seconda metà dell’anno con l’obiettivo di far dimenticare tutto quello che è stato fatto, o meglio che non è stato fatto, fino ad oggi. Avremo quindi come per magia buche stradali che saranno riparate, aiuole e parchi pubblici con erba da far invidia ai prati inglesi che si vedono nei film, spunteranno (e qualcuno sarà anche avviato) progetti di riqualificazione di intere aree della città, scompariranno i campi Rom (anche in questo caso sarebbe interessante una verifica della situazione reale, l’impressione è che molti siano a spasso per la città), la sicurezza tornerà a essere tema centrale della discussione politica e chissà che non si risvegli anche l’assente assessore competente, fino ad oggi solo una delega del tutto inutilizzata. Il Parco del Valentino, desertificato e abbandonato a sé stesso, in preda alla delinquenza comune, d’improvviso sarà oggetto di fantasiosi provvedimenti per tentare di recuperare una situazione ormai insostenibile. Verranno distribuiti contentini alle varie categorie nel tentativo di ingraziarsi qualche esponente in vista del voto, agli amici saranno concessi privilegi, per una manciata di voti, che i singoli cittadini si sognano: si pensi al regolamento beni comuni e alla Cavallerizza. Non mancheranno certo un po' di assunzioni dirette del Comune o tramite le società partecipate anche grazie all’indiscusso aiuto, in termini monetari, da parte di un Governo sempre più amico. Il tutto ovviamente avrà la giusta copertura mediatica e assisteremo a comparsate televisive sempre più frequenti dei vari componenti dell’amministrazione.

Noi siamo convinti che gli elettori non abbiano la memoria così breve e che non sia quindi sufficiente tentare di fare qualcosa di buono nei sei/dodici mesi precedenti il voto per essere ricompensati nelle urne. Ricorderemo ai torinesi tutte le promesse non mantenute, il cambiamento tanto sbandierato e mai neppure iniziato, il tentativo No Tav, l’occasione persa con le Olimpiadi, l’illegalità diffusa in alcune zone di Torino (impossibile passeggiare nelle ore notturne nel principale parco della città), la perdita del Salone dell’Auto a causa di posizioni ideologiche incomprensibili. La tassazione ai massimi, il costo delle strisce blu aumentato del 300% oltre alla comparsa anche nelle zone periferiche, vigili urbani in giro per la città incentivati a fare multe invece che privilegiare la naturale funzione preventiva, sono cose non facili da cancellare. Non basta certo qualche nuovo autobus per eliminare il disastro della gestione del servizio Gtt che unito alla lotta indiscriminata alle auto contribuisce alla pessima mobilità nella nostra città. Meritocrazia assente e nomine su base politica completano il quadro negativo.

Se l’anno che verrà secondo il Sindaco sarà quello della svolta, per noi sarà l’ultimo anno completo di questa amministrazione, inutile dire che lo consideriamo un fatto molto positivo per i torinesi.

*Guglielmo Del Pero, SiAmo Torino

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