Tribunali Piemonte, stop cause con lombardi e veneti

I tribunali del Piemonte e della Valle d'Aosta restano aperti e funzionanti, ma per qualsiasi procedimento che coinvolga persone provenienti da zone della Lombardia e Veneto considerate "focolai" di Coronavirus disporranno un rinvio "di almeno due mesi". E' una delle misure prese dal presidente della Corte d'appello, Edoardo Barelli Innocenti, e dal procuratore generale Francesco Saluzzo. Ai soggetti interessati (parti, difensori, consulenti, testimoni) sarà "interdetto l'accesso ai palazzi di giustizia di qualunque sede del distretto". Nella nota, trasmessa a tutti i presidenti dei tribunali del distretto, Barelli Innocenti e Saluzzo affermano che "non essendo stati assunti dalle autorità competenti né a livello nazionale né a livello locale provvedimenti di chiusura generalizzata degli uffici pubblici, l'attività giudiziaria sarà regolarmente svolta", sia pure con alcune precauzioni. Le udienze, per esempio, dovranno essere celebrate evitando eccessivi afflussi di persone e, possibilmente, in modo scaglionato. Ai capi degli uffici giudicanti spetta il compito di prendere le iniziative considerate necessarie in base alle specifiche esigenze. Quanto ai processi penali, si potranno tenere a porte chiuse o limitando l'accesso all'aula alle "persone strettamente necessarie". Agli avvocati è rivolto l'invito a non portare in udienza assistenti, praticanti e stagisti. Il personale del Palazzo di giustizia di Torino dovrà astenersi dal presentarsi sul luogo di lavoro in caso di "temperatura corporea pari o superiore ai 37.5 gradi"; per eventuali riscontri durante il servizio si rivolgerà esclusivamente alla struttura medica interna. Cancellerie e segreterie saranno aperte al pubblico ma, laddove non sia presente un vetro divisorio, gli interlocutori dovranno restare "almeno a 1,5 mt di distanza".

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