EMERGENZA ECONOMICA

Mirafiori scalda i motori

Lo stabilimento torinese sarà tra i primi a riaprire con la produzione della 500 elettrica. Positivo confronto con i sindacati per assicurare la massima tutela sanitaria dei dipendenti. Sarà misurata la temperatura e si lavorerà con la mascherina

Mirafiori pronta a ripartire. Lo stabilimento torinese è tra i primi impianti del gruppo Fca che dovranno riavviarsi, una volta terminato il blocco generale deciso dal Governo. La produzione della 500 elettrica e alcune lavorazioni delle meccaniche sono in grado, con ulteriori e più stringenti accorgimenti sanitari, di rimettere in moto l’industria automobilistica. È quanto emerso ieri nel corso della call conference tra il vertice della multinazionale e le rappresentanze sindacali (Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr), convocata per concordare le misure utili a prevenire i rischi di contagio da Covid-19.

Il sindacato “ha chiesto di rafforzare le misure già previste dal protocollo di parti sociali e governo già avviate prima del fermo nelle singole unità produttive, ad esempio fornendo mascherine all’intero personale e effettuando il rilievo della temperatura a chiunque entri in stabilimento”, si legge nella nota diramata al termine dell’incontro. Fca “si è detta pienamente disponibile a concordare azioni che possano garantire la migliore soluzione possibile, in armonia a quanto consigliato dalle stesse autorità sanitarie e, dopo un primo confronto, si è detta pronta a produrre un testo nei prossimi giorni che accolga le principali richieste sindacali e affronti questi punti: pulizia e igienizzazione degli ambienti, che poi andrà mantenuta nel tempo, dotando anche il personale dell’occorrente per pulire la propria postazione; informazione e formazione del personale da tenere immediatamente al rientro; utilizzo di segnaletica orizzontale per facilitare il mantenimento delle distanze; scaglionamento delle pause; limitazione dell’utilizzo degli spogliatoi; limitazione di meeting e di viaggi; dotazione di dispositivi di sicurezza individuali al personale, come guanti, occhiali e due dispositivi a turno; mantenimento del lavoro agile per chi può lavorare da remoto; riorganizzazione delle mense con possibilità di fornire un sacchetto da asporto in luogo del normale pasto e con possibilità di collocare la pausa mensa a fine turno; ricerca di idonee soluzioni per evitare l’incrocio del personale in uscita e in entrata”.  L'obiettivo è arrivare ad un accordo che consenta la sicurezza di tutti i lavoratori sia nelle fabbriche sia negli uffici, conclude la nota.

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