EMERGENZA SANITARIA

Picco di contagi, "ora più tamponi"

Oggi sono 170 i nuovi casi in Piemonte, di cui 129 asintomatici. Il dato più alto dalla fine del lockdown. I timori del sindacato dei medici ospedalieri Anaao. Sono necessari più infermieri, ma in molte Asl le assunzioni non sono ancora partite

Quasi raddoppiati nell’arco di ventiquattr’ore. Se martedì erano stati 100 i nuovi casi di positività al Coronavirus accertati oggi si è balzati a 170, di cui 129 asintomatici. Il dato più alto dal 9 maggio, ma allora i decessi registrati erano 26, a dimostrazione di come occorra molta cautela nel fare i raffronti. Il bollettino quotidiano della Regione attesta, inoltre che dall’inizio della pandemia sono stati effettuati 720.973 tamponi, dei quali 399.453 negativi. Ma è un numero adeguato alla situazione, quello dei test che si fanno?

“Dai dati del ministero della Salute emerge che in Piemonte si esegue un numero di tamponi giornalieri ben al di sotto di altre Regioni: solo il 29 Settembre si è superata quota 6mila, 6.600 per l’esattezza, ma ha pur sempre eseguito il 40% in meno di tamponi rispetto al Veneto e all’Emilia”, osserva Chiara Rivetti segretario regionale di Anaoo-Assomed. Ed è proprio il sindacato dei medici ospedalieri a chiedere se il sistema piemontese “sarà davvero capace di aumentare il numero di tamponi in caso di picco pandemico, quando già in questa fase siamo decisamente in ritardo? E quanto di questo aumento sarà in capo ai laboratori pubblici, che necessitano di urgente potenziamento, e quanti in capo ai laboratori privati?”. Rivetti ricorda come il fabbisogno di tamponi per la Regione Piemonte sia di circa 11mila tamponi al giorno, secondo il decreto del presidente del Consiglio del 26 Aprile, più 1.600 previsti per gli operatori sanitari, ovvero in tutto 12.600 tamponi al giorno. “Ma la produttività massima stimata dai laboratori per la fase 3 è di 7.840 giornalieri, pertanto, se i laboratori riuscissero a garantire quanto ipotizzato, mancherebbero comunque almeno 4.760 tamponi”.

Le criticità e i dubbi evidenziati da Anaao-Assomed non finiscono qui. “I laboratori saranno attivi di pre-festivo e di festivo? E di notte, i campioni verranno ovunque processati o si aspetterà il mattino?” chiede il sindacato che pone anche la questione sulle corte di reagenti “in previsione di un nuovo picco epidemico”. Rivetti chiede anche se “in caso di aumento dei contagi avremo tamponi e personale nei Sisp a sufficienza per ricostruire i contatti?”. Proprio quello del personale, soprattutto infermieristico, è un problema che sta emergendo in alcune Asl dove, nonostante le disposizioni impartite dall’assessorato nei mesi scorsi, le assunzioni sono di là da venire e le procedure per rafforzare l’organico vanno a rilento, se non addirittura in alcuni casi devono ancora partire.

Sulla questione dei tamponi interviene anchela minoranza di centrosinistra in consiglio regionale. In una nota congiunta i capigruppo di Pd, Lev e Monviso spiegano come dai lavori della commissione di indagine sull’emergenza Covid “è emerso che intercorrono mediamente 24 ore tra la richiesta di tampone effettuata dal Sisp e l'effettuazione dell'esame. Manca, tuttavia, il dato del tempo intercorrente tra la segnalazione del medico di base e la richiesta del Sisp e abbiamo richiesto una estrazione del dato settimana per settimana”. La minoranza riferisce inoltre di “tempi anche superiori ai tre giorni di attesa, un periodo troppo lungo. Occorre velocizzare il tempo che intercorre tra la prima segnalazione e la presa in carico del Sisp; questo è uno dei colli di bottiglia dell’intero sistema”. La proposta è quella di sviluppare un sistema di alert “per battere il tempo alla presa in carico del Sisp e prevedere, eventualmente, di far richiedere il tampone direttamente dal medico di medicina generale”. Sulla stessa linea del sindacato dei medici nel richiedere un maggio numero di tamponi: “Il Piemonte ne continua a fare meno rispetto alla capacità dichiarata dall'assessorato”.

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