CORONAVIRUS & AMBIENTE

Blocchi anti-smog, il Piemonte chiede una moratoria

Da oggi partono le restrizioni per i mezzi più inquinanti, ma da gennaio potrebbe esserci un inasprimento rendendo strutturale lo stop ai diesel Euro 4. L'appello del Piemonte alle altre Regioni e al Governo: "Sarebbe una mazzata per piccoli imprenditori e artigiani"

Una moratoria sui blocchi delle auto fino alla fine dell’inverno. A chiederlo è la Regione Piemonte dopo il vertice di questa mattina in cui Alberto Cirio e l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati hanno incontrato imprenditori e artigiani. Troppe le difficoltà economiche per inasprire ulteriormente le restrizioni così come previsto dal protocollo sottoscritto dalle Regioni del bacino padano. Ciò che chiederà piazza Castello è di mantenere il blocco strutturale fino ai diesel Euro 3, facendo slittare quello per gli Euro 4 dall’1 gennaio (secondo quanto previsto oggi) all’1 ottobre del 2021. Così facendo il semaforo arancione tornerebbe a bloccare solo i diesel Euro 4 dopo quattro giorni consecutivi di sforamento, gli Euro 5 immatricolati prima del 2013, dopo 10 giorni, e tutti gli Euro 5 dopo venti giorni. Insomma, per tutto l’inverno resterebbero in vigore le restrizioni dello scorso anno.

Intanto da oggi sono in vigore i blocchi, così come erano l’anno scorso secondo una mini-moratoria di tre mesi già approvata lo scorso giugno. Ora l’obiettivo è di non modificare le cose fino al prossimo autunno, quando l’emergenza Coronavirus, si spera, sarà conclusa e con essa anche le ricadute economiche sul settore produttivo. “La situazione delle aziende è drammatica” dice l’assessore Marnati, “non possiamo non farcene carico”. Nei prossimi giorni si confronteranno i governatori delle quattro regioni del bacino padano coinvolte: oltre il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e l’Emilia-Romagna. Quest’ultima si è rivelata la più ostica nel derogare ai blocchi: starà ai tre presidenti di centrodestra convincere il collega dem Stefano Bonaccini, a oggi il più intransigente, assieme al Governo.

Se le quattro regioni troveranno un’intesa e riusciranno a farla digerire all’esecutivo, lo step successivo sarà quello di tenere a bada l’Europa. Da Bruxelles infatti pende la procedura d’infrazione per l’eccessivo inquinamento nel Nord Italia. “Dovrà capire anche l’Europa che l’inquinamento non si combatte solo fermando le auto ma in molti altri modi – prosegue Marnati –. Per esempio abbiamo appena chiuso un bando da 16 milioni di euro per l’efficientamento energetico delle aziende”. Quello dell’anno scorso, per un importo di quasi 20 milioni, ha portato, secondo le stime della Regione, ha una riduzione di 41 chili di Pm10 e a 5.908 tonnellate di Co2.

Sono 37 i Comuni coinvolti da queste restrizioni: 22 nell’area metropolitana di Torino (compreso naturalmente il capoluogo), gli altri nel resto del Piemonte. Intanto per scaricare la responsabilità di una delle misure più odiate dagli automobilisti è già partito il gioco dello scaricabarile. “Partono domani i blocchi previsti dalla Regione del Presidente Alberto Cirio” annunciava ieri via social Chiara Appendino, giusto per mettere le mani avanti. “Sì però l’ordinanza spetta ai Comuni: sta a loro decidere se applicarli o meno” ribatte Marnati.

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