DISCORDIA ISTITUZIONALE

Piemonte in zona rossa, Cirio: "Scelta illogica, ora il Governo spieghi"

La rabbia del governatore per la disparità di trattamento rispetto ad altre regioni: "Usate misure diverse, decisioni prese su dati vecchi di dieci giorni". Non è stato tenuto conto del miglioramento dell'indice Rt, sceso nell'ultima settimana a 1,91. Appendino: "Non è tempo di polemiche"

“Ho passato le ore a rileggere i dati, regione per regione, a cercare di capire come e perché il Governo abbia deciso di usare misure così diverse per situazioni in fondo molto simili”. Il presidente della Regione Alberto Cirio ha atteso l’alba per dar sfogo alla rabbia verso le decisioni prese ieri dall’esecutivo Conte che, com’è noto, ha collocato il Piemonte nella zona “rossa”. Al pari di molti suoi colleghi pretende spiegazioni sui criteri che stanno alla base della classificazione in tre aree rispetto allo stato di criticità della diffusione del virus e dei conseguenti provvedimenti restrittivi.

“Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte pretendo dal Governo chiarezza”, rimarca Cirio che chiede perché scelte così importanti siano state prese “su dati vecchi di almeno 10 giorni” e non sia stato considerato “il netto miglioramento dell’Rt”, l’indice di contagio passato in una settimana da 2,16 a 1,91. “Il rispetto delle istituzioni fa parte della mia cultura. Ed io rispetto lo Stato – aggiunge Cirio –. Ma anche il Piemonte merita rispetto. Lo meritano i Piemontesi e le tante aziende che forse non riapriranno. Ed io per loro pretendo dal Governo chiarezza”, scrive su Facebook il governatore, che confessa di “aver dormito poco”. “Perché per Regioni con situazioni gravi si sia usato un metro diverso – si chiede infine –. Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte, pretendo dal Governo chiarezza”.

Nella querelle si inserisce anche Chiara Appendino che, pur senza citarlo, pare prendere le distanze dalle esternazioni mattutine di Cirio: “Sono migliaia i piemontesi bloccati in casa da un sistema sanitario che per stessa ammissione della Regione, non sta reggendo, migliaia le imprese obbligate a chiudere che potrebbero non riaprire più”, scrive anche lei sui social. “In questo momento drammatico, le istituzioni devono assumersi le proprie responsabilità. Il Governo l’ha fatto, stabilendo dei criteri di rischio per le Regioni. Adesso bisogna mettere subito in atto un piano dettagliato e concreto che ci faccia passare alla fascia di rischio inferiore e che ci porti Torino e il Piemonte fuori dal lockdown il prima possibile”, aggiunge la sindaca. Nel post la prima cittadina non cghiama in causa direttamente il governatore, ma il riferimento è evidente. “Ogni minuto perso a fare polemica è un minuto in meno dedicato a loro – aggiunge –. Adesso bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare pancia a terra per uscirne fra 14 giorni. Punto”.

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