GLORIE NOSTRANE

La transfuga Ravetto agita il centrodestra

Il passaggio alla Lega della deputata cuneese ma lombarda d'elezione inquieta le truppe locali di Salvini. Qualcuno teme che tra le "regole d'ingaggio" vi sia il seggio sicuro in Piemonte. E anche il governatore Cirio non dorme sonni tranquilli

Piemontese di nascita, ma lombarda d’elezione. Nel senso che fin dal suo esordio in Parlamento, nell’ormai lontano 2006 tanto essere alla sua quinta legislatura, è sempre stata eletta in Lombardia dove ha studiato alla Cattolica e dove vive da sempre. Note “biogeografiche”, queste di Laura Ravetto, che non appena si è diffusa la notizia del suo abbandono di Forza Italia per approdare al partito di Matteo Salvini, sono state e vengono rimarcate con un’intensità sospetta dai parlamentari piemontesi della Lega, tutti protesi a rimarcare quell'essere “ormai lombarda“ della collega, adesso compagna di partito. 

La sorpresa per la decisione comunicata oggi dalla parlamentare, transfuga insieme ad altri due colleghi, non è stata solo tra deputati azzurri del Piemonte che ben ricordano lo stretto legame della Ravetto, nata a Cuneo nel 1971, con l’attuale capogruppo di Forza Italia Mariastella Gelmini, ma soprattutto con “il nostro Presidente”. Di lei non lo è più da poche ore, ma lei quando Silvio Berlusconi è stato premier aveva ricoperto il delicatissimo quanto altrettanto potente incarico di sottosegretario a Palazzo Chigi. E se lo stupore serpeggia tra gli azzurri, la preoccupazione agita i leghisti del Piemonte ignari di questa new entry e subito allarmati per il peso del personaggio e, soprattutto, per il suo carattere a dir poco determinato. Già tutto ciò basterebbe a dover salutare a denti stretti l’approdo della cuneese “meneghina”. I timori di avere tra i piedi una figura da vent’anni sulla scena politica nazionale e con una visibilità mediatica notevole, sono più che giustificati dai parlamentari della Granda, peones o meno, che guardando ai sondaggi con il partito in calo e prospettando le future elezioni temono un possibile ritorno nella terra natia della deputata. E non hanno tutti i torti.

Dalle parti di Forza Italia, chi naviga da tempo la politica, ben sa come Ravetto non abbia mai nascosto le sue velleità di (ri)mettere piede nella sua terra natìa. Sempre fermata, ora dall’allora azzurro Guido Crosetto, ora dall’attuale governatore Alberto Cirio e da altri ancora, quel ritorno non c’è mai stato. Vuoi vedere che il sogno nascosto si avvererà con la Lega? E chissà che nelle regole di ingaggio, note solo al massimo vertice della Lega, non ci sia anche qualche altra sorpresa? Una cosa è certa, né Riccardo Molinari, in procinto di lasciare la guida della Lega piemontese e tenuto all’oscuro fino all'ultimo dell'operazione, né l’attuale inquilino di piazza Castello stanno facendo salti di gioia.

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