LOTTA DI CLASSE

Lettera di Natale a Babbo Cirio: "Portaci l'apertura della scuola"

Anche di domenica prosegue la protesta di studenti, genitori e insegnanti. In piazza Castello, sotto l'ufficio del governatore, in duecento a chiedere il ritorno in classe. Un'insegnante: "I miei allievi sono dei desaparecidos". Anita: "Per noi è ancora zona rossa" - VIDEO

Un bigliettino a “Babbo Cirio” infilato in una scatola a forma di albero di Natale, per chiedere al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, il “regalo” dell’apertura delle scuole. È il gesto che i manifestanti più giovani presenti stamani a Torino in piazza Castello hanno compiuto per protestare contro la didattica a distanza. “Accetteremo la chiusura della scuola – hanno detto i genitori – solo se tutto verrà chiuso. Se un centro commerciale resta aperto anche la scuola deve aprire”. In piazza, dove sono confluite più di duecento persone, si è dato vita anche un flash mob: una insegnante ha fatto l’appello segnando assenti gli studenti che non seguono la lezione da casa. I ragazzi, dal canto loro, hanno indicato come assenti il presidente della Regione, assessori e ministri, che, a loro dire, non stanno facendo nulla per riaprire le scuole. Alisa, insegnante di spagnolo, ha spiegato al microfono che è qui “perché i miei allievi sono desaparecidos e perché le scuole in Europa sono aperte e qui no. Per questo Stato la scuola e la cultura non sono una priorità”.

Presenti alla manifestazione Anita e Lisa, le dodicenni che nelle scorse settimane sono diventate il simbolo della protesta anti-Dad, e poi studenti delle medie, delle superiori e dell’università. A organizzare la mobilitazione è stato il movimento “Priorità alla scuola”. “Si teme – viene spiegato dai promotori – che il governatore, Alberto Cirio, non autorizzerà le lezioni in presenza nemmeno quando il Piemonte diventerà zona gialla. Siamo dubbiosi perché ci sono grossi ritardi. Basti pensare che hanno organizzato i tavoli per i trasporti solo una settimana fa”. Lapidaria, quanto puntuale Anita: “Se la scuola non riapre significa che siamo ancora in zona rossa”.

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