Auguri a Torino, una città che non c'è (più)

L’anno 2021 non rappresenterà, si spera, solamente una nuova ripartenza dopo uno dei peggiori momenti vissuti dal nostro Paese ma sarà anche un nuovo inizio per Torino, dopo un quinquennio di amministrazione a maggioranza pentastellata. Ebbene si può quindi fare un bilancio di fine anno e fine mandato per quella che è stata, a nostro parere, una delle più deludenti esperienze politiche per la nostra città, Torino: la città che non c’è. Così si potrebbe rappresentare plasticamente quello che non è stato fatto da questa amministrazione, improvvisazione, incompetenza, ricerca ossessiva di visibilità, assenza di un progetto a medio/lungo termine, “annunciate” ovvero il desiderio compulsivo di “fare qualcosa” purché se ne parli, spesso e volentieri porta a strafalcioni: droni, guida autonoma, piste ciclabili, carta di identità elettronica e tutte le altre nuove iniziative sono servite solamente a distrarre l’opinione pubblica dai veri problemi della città che in questi anni non sono stati per nulla risolti e, anzi, sono in alcuni casi peggiorati.

Siamo la città con uno dei parchi più belli d’Europa trasformato in un luogo insicuro, inagibile con il calar del sole e abbandonato a sé stesso, nel nome di una presunta legalità che vale evidentemente solo in alcune zone della città e per determinati soggetti. Siamo la città dei No a tutto quello che sa di progresso e di sviluppo, con amministratori politicamente incompetenti in balia della burocrazia, talmente terrorizzati dalle conseguenze di quello che fanno che preferiscono l’immobilismo. Abbiamo perso il Salone dell’Auto e la possibilità di partecipare all’organizzazione delle olimpiadi per pura ideologia, siamo la città dove tutte le cose che nascono subito dopo si trasferiscono con successo a Milano, segno di una incapacità totale di attrattività.

In questi cinque anni si sono ulteriormente caricati cittadini e commerciati di burocrazia e regole incomprensibili, in quella che era la “città dell’auto”, la viabilità è divenuta infernale in una sorta di incomprensibile guerra agli automobilisti e solo un pizzico di buon senso ha evitato ai torinesi una Ztl cervellotica e dannosa per le attività commerciali.

Torino si è fermata! Nessuno dei problemi di cinque anni fa è stato risolto, anzi in alcuni casi si sono acutizzare i sintomi di un malessere radicato. Per una ripartenza forte e decisa occorre che la parte politica si assuma fino in fondo e in prima persona le proprie responsabilità.

Servono forze fresche, un programma credibile con un progetto per Torino, basato sulla concretezza dei piccoli passi. Una squadra di amministratori scelta su base di competenza e meritocrazia lasciando da parte l’appartenenza politica o le parentele varie. Bisogna smetterla di pensare a colmare i fallimenti e le proprie incapacità con alchimie lessicali e politiche, indicando ai cittadini una strada da percorrere e gli obiettivi da raggiungere

I temi principali sui quali intervenire sono conosciuti da tempo e presto detti: Sicurezza, occorre ristabilire la legalità in tutte le zone e restituire ai cittadini quelle aree della città che oggi sono del tutto invivibili, sgomberare immediatamente le aree occupate in maniera illegale, realizzare una sicurezza 4.0, come parte di un “sistema nazionale e internazionale”, basata sull’impiego dell’innovazione tecnologica e supportata dalla sicurezza partecipata con il coinvolgimento dei cittadini – così che i torinesi possano davvero sentirsi parte della comunità – ristabilire una legge uguale per tutti e non solamente per quelli che possono essere meglio spremuti nel portafoglio. Bilancio, per risanare le casse occorre intervenire laddove gli sprechi e le inefficienze sono evidenti: dismissione di tutte le partecipate comunali e contenimento dei costi del personale, bisogna interrompere tutti qui flussi monetari in uscita a favore delle clientele che sono serviti solamente a creare consenso elettorale. Futuro, pensare alla Torino del futuro significa vederla in un contesto europeo, con servizi moderni, innovazione e attrattività per le imprese favorendo il più possibile le varie forme di imprenditoria sburocratizzando procedure, rivedendo regolamenti comunali ormai obsoleti e soprattutto immaginare una città che deve invertire la decrescita demografica degli ultimi anni, invogliando per esempio i giovani a rimanere e altri a trasferirvisi: l’obiettivo dovrebbe essere una crescita oltre il milione di abitanti, una visione e un progetto che hanno bisogno di qualche decennio per realizzarsi.

Per formazione siamo ottimisti, restiamo profondamente convinti che si possa invertire la rotta e trasformare la nostra città, l’occasione ci sarà nel 2021 la darà, ai torinesi la possibilità di saperla cogliere scegliendo le persone giuste: Auguri Torino!

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