AMICI MIEI

"Chiamparino è uno str..."

Un microfono dimenticato acceso tradisce Salizzoni durante la commissione Sanità nell'aula virtuale di Palazzo Lascaris. Dopo la gaffe le scuse, e le chat di consiglieri e dipendenti impazzano

E pensare che era convinto di esserci riuscito, Sergio Chiamparino, a compiere quella parabola mirabilmente scolpita da Berselli che porta taluni fortunati a passare da “brillante promessa”  a “venerato maestro”  facendo dimenticare la fase di “solito stronzo” . Invece, basta la parola dal sen fuggita di un amico a riportare il Chiampa alla realtà. La gaffe è di quelle irripetibili. “Chiamparino è uno stronzo” dice Mauro Salizzoni durante la seduta (online) della commissione Sanità in Consiglio regionale. Con chi stesse parlando il chirurgo non è dato sapere, il microfono del dispositivo con cui era collegato all’aula virtuale, però, è rimasto acceso certificando l’idiosincrasia del dottore verso le videoconferenze. Così la voce solitamente mite del mago dei trapianti è irrotto nel dibattito in modo nitido quando imbarazzante, dando il là a frenetici commenti sulle chat di consiglieri e dipendenti.

D’altronde, si sa, più le amicizie sono solide più le crisi diventano travagliate e così pare accaduto ai compagni Mauro e Sergio. Il primo vuole candidarsi a sindaco, l’altro – che pure “col cuore” lo avrebbe sostenuto, come da lui stesso ammesso – alla fine ha fatto prevalere “la testa” e proprio ieri ha confermato il suo appoggio a Stefano Lo Russo, durante un altro video-incontro trasmesso via social.  Un colpo che Salizzoni, evidentemente, non si aspettava. Una scelta vissuta come un tradimento alle spalle. Tra i due c’è sempre stata una consuetudine, fatta di cene e scampagnate in montagna. È stato Sergio a convincere l’amico Mauro a entrare in politica, prima alle Comunali di Ivrea, poi al suo fianco nella corsa per piazza Castello: sempre fianco a fianco. Almeno finché Salizzoni non ha rotto gli indugi decidendo di correre per Palazzo Civico, o meglio di offrire la propria “disponibilità” a candidarsi, come si suole tra compagni. In quei giorni è stato proprio Chiamparino a far circolare la battuta sulla moglie del dottore che “mi paga a cene per dissuaderlo dal candidarsi” scherzava, ma non troppo. Il travaglio per l’ex sindaco era già iniziato. Doveva scegliere tra “testa” e “cuore”, decisione facile secondo qualche perfido conoscitore della vita politica torinese, perché “Sergio un cuore non ce l’ha”. E infatti a decidere alla fine è la testa. “Chiedo scusa” ha detto imbarazzato Salizzoni appena gli hanno comunicato cos’era accaduto. “Non ho sentito, e comunque non c’è bisogno di scuse” la risposta dell’ex governatore. 

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