LOTTA AL COVID

Vaccinazioni, "basta con gli annunci alla Regione chiediamo chiarezza"

Medici di famiglia disponibili a ridiscutere il loro ruolo nella immunizzazione degli over 80, "ma non a fare i passacarte". Venesia (Fimmg): "Sempre garantito il nostro impegno, supplendo anche a carenze del sistema". Oggi l'incontro con assessore e Dirmei

“Non sappiamo che cosa abbia in mente la Regione. Una cosa è certa: noi abbiamo bisogno di chiarezza”. A poche ore dall’incontro con l’assessore alla Sanità Luigi Icardi e i vertici del Dirmei di cui ha avuto notizia solo in serata, il segretario regionale della Fimmg Roberto Venesia esprime una richiesta che è anche una serie di paletti entro i quali condurre la discussione sull’apporto dei medici di medicina generale alla campagna vaccinale rivolta agli ultraottantenni.

La convocazione delle sigle sindacali alla teleconferenza fissata per oggi, arriva dopo che il presidente della Regione Alberto Cirio ha annunciato la partenza delle vaccinazioni degli over 80 per il 21 febbraio, senza tuttavia specificare nel dettaglio dove saranno immunizzati gli anziani, con quale vaccino e da parte di chi. È vero che il governatore ha indicato i distretti sanitari come i luoghi deputati alla vaccinazione, ma saranno sufficienti? E, soprattutto, in una regione fatta per la gran parte di piccoli paesi non sempre vicini ai presidi sanitari, come si è pensato di rendere possibile lo spostamento degli anziani verso i distretti? Ancora: sarà sufficiente il personale dei distretti stessi? Oltre all’annuncio della data, restano tutti questi interrogativi. Ecco perché i medici di famiglia chiedono chiarezza, “che sia definito un piano vaccinale in tutti i suoi dettagli” e non solo l’annuncio del giorno fissato per la partenza.

Mettono sul tavolo “l’impegno profuso senza risparmio fin dall’inizio dell’emergenza, supportando anche servizi che, come nel caso dei Sisp, avevano mostrato tutti i limiti”. Insomma disponibilità, ma a patto di affrontare nella maniera giusta e “senza corsa in avanti”, un problema che “deve essere risolto nel modo giusto”.

Non a caso, Venesia ricorda che “molto scrupolosamente e con grande senso del dovere ci siamo messi a disposizione per in piano che poi l’impossibilità di usare il vaccino di AstraZeneca ha di fatto vanificato. Ma per dare vita a quel piano si è ragionato, discusso, affrontato tutte le problematiche, senza anteporre date a passaggi più importanti e indispensabili”. Messo forzatamente alle spalle il sistema che si basava proprio sull’impiego del vaccino più maneggevole e con meno problemi di stoccaggio, trasporto e impiego dovuto alla temperatura, adesso tocca ripartire daccapo. E con il piede giusto. 

“Intanto non si pensi di utilizzare i medici di medicina generale per un mero ruolo amministrativo”, avverte il segretario delle Fimmg con evidente riferimento all’ipotizzato ricorso ai medici di famiglia per le prenotazioni. Tutta da valutare anche l’altra ipotesi in campo, ovvero l’impiego dei mutualisti nei centri vaccinali, vista la scarsità di personale e le ancora più scarse possibilità di vedere arrivare in numero sufficiente i rinforzi promessi dal commissario nazionale Domenico Arcuri. “Credo che il ruolo in cui noi medici di medicina generale giochiamo al meglio sia quello che ci vede operare nei nostri studi e a domicilio. Un eventuale utilizzo dei professionisti nei distretti, ad oggi risulta una novità che dovrà essere valutata con attenzione. Quello che chiederemo è predisporre un piano vaccinale che abbia una logica e che non sia una cosa improvvisata, così tanto per fare. La questione è molto seria e la nostra è una categoria seria. Abbiamo già dato prova di aver supplito a carenze del sistema territoriale, siamo disponibili, ma chiediamo chiarezza. Certo non ci chiedano di fare il cup, il centro prenotazioni”.

print_icon