LOTTA AL COVID

Vaccinazioni, tabella di marcia per cambiare passo in Piemonte

Diecimila inoculazioni giornaliere, ma bisogna più che raddoppiare. La Regione assegna tempi e obiettivi alle Asl. Resta l'incognita sulle forniture. Partita l'immunizzazione per gli over 80

Quota 10.546. È l’obiettivo che sul fronte delle vaccinazioni il Piemonte deve raggiungere ogni giorno, almeno fino alla fine del mese. È stato assegnato chiaramente e in maniera piuttosto perentoria dall’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi e dai vertici dell’Unità di Crisi ai direttori generali delle Asl. Ciascuno di essi ha ricevuto il numero di inoculazioni da eseguire sulla popolazione di pertinenza ogni giorno e, comunque, la cifra finale calcolata sugli ultimi 12 giorni del mese. Cifre più alte, pur in percentuali differenti, rispetto a quelle registrate fino ad ora. Si tratta di raddoppiare e talvolta triplicare il dato delle vaccinazioni. 

Eccoli gli obiettivi assegnati alle singole aziende. Asl Città di Torino: 2.126, To3: 1.229, To4: 1.393, To5: 764, Città della Salute di Torino: 313,  Asl Vercelli: 468, Biella: 553, Novara: 731, Verbano Cusio Ossola: 604, Asl Cuneo1: 597, Cuneo2: 389, Asti: 387, Alessandria: 992.

Un cambio di passo molto marcato quello stabilito dalla Regione che impone una variazione non meno importante nel rapporto tra dosi consegnate e inoculazioni. Anticipando quel che probabilmente già oggi sarà indicato dal presidente del consiglio Mario Draghi, ovvero vaccinare senza accumulare scorte, sul territorio piemontese dopo le prescrizioni impartite ai vertici delle aziende sanitarie, la percentuale di vaccini effettuati sulle dosi consegnate non dovrà scendere sotto il 90%. Una quota di magazzino decisamente minore rispetto al 30% indicato non più tardi di alcune settimane fa dal ministero e dal commissario Domenico Arcuri: un cambio di rotta improntato alla necessità di fare in fretta quanti più vaccini possibile anche in virtù di una copertura, sia pure parziale, data già dalla prima dose. 

“Tutto il sistema sta facendo un grande sforzo per affrontare al meglio questa nuova fase della campagna vaccinale”, dice Icardi al termine della prima giornata di vaccinazione degli over 80, ma questo sforzo ancora non basta. Basta fare i conti prendendo il dato delle 10mila vaccinazioni al giorno per scoprire che ci vorrebbe più di un anno per immunizzare tutta la popolazione piemontese, esclusi i minori e quelli già vaccinati fino ad ora. Il presidente della Regione Alberto Cirio rivendica il primato del Piemonte nell’aver per primo siglato l’accordo con i medici di famiglia per un loro utilizzo nella campagna vaccinale e dice di aver “messo mano all'esercito del vaccino”, aspettando però le munizioni. È noto che ne arriveranno meno del previsto e del necessario. “Dal punto di vista organizzativo è un altro impegno difficile, ma che affrontiamo con la consapevolezza di farcela", spiega il commissario responsabile della campagna vaccinale Antonio Rinaudo, riferendosi all’appena iniziata immunizzazione degli ultraottantenni. "Abbiamo mezzi, uomini e strutture per arrivare a quello che per noi è un obiettivo: importante superare le 10mila vaccinazioni al giorno e chiudere le vaccinazioni degli over 80 e dei disabili nel giro massimo di un mese, per affrontare subito le categorie che seguono, a partire dagli over 70". 

Obiettivi che, pur a fronte dell’esercito citato dal governatore, devono fare i conti oltre che con le forniture anche con il personale necessario e i centri di vaccinazione che dovranno giocoforza aumentare. In queste ore gli uffici dell’assessorato hanno già preso contatti con i gruppi del privato accreditato e si starebbero affrontando le questioni organizzative ed economiche per far scendere in campo anche le cliniche e altre strutture in maniera tale da poter accrescere in tempi rapidi la potenzialità sul territorio regionale.

Intanto sul fronte, spesso costellato di ostacoli e incomprensioni, tra Regione e Governo ieri sera al termine di una riunione è arrivata dalla ministra per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini la rassicurazione di un coinvolgimento nelle decisioni. Nello stesso incontro i governatori hanno dato di fatto il loro parere positivo alla proroga di ulteriore 30 giorni al divieto di mobilità tra le Regioni.

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