ECONOMIA DOMESTICA

Imprese fiduciose, "la ripresa ci sarà"

Contenute le perdite nel 2020, il tessuto economico torinese prevede una crescita dei fatturati nell'anno in corso. Marsiaj: "Timidi segnali di miglioramento, soprattutto nella metalmeccanica". Per una impresa su quattro ci sarà un aumento della produzione

Nonostante tutto le imprese torinesi non vedono nero. Certo, l’epidemia continua a sferzare il tessuto produttivo e dei servizi, ma è diffusa la sensazione che in un futuro non troppo remoto si possa tornare alla normali. Gli indicatori tornano tutti positivi dopo sette trimestri, anche se appare ancora lontana una fase di ripresa robusta. Lo dice l’indagine congiunturale trimestrale, realizzata a marzo da Confindustria Piemonte e dall’Unione Industriale di Torino.

Una fiducia dovuta anche alla capacità del sistema economico di contenere le perdite nell’anno orribile 2020. Nel manifatturiero, la percentuale di imprese che ha chiuso l’anno con un aumento del fatturato è del 22,2%, contro il 51,2% di imprese che segnalano una riduzione. Per il 23,6% il fatturato è rimasto stabile. Positiva la redditività: il 53,3% delle aziende ha realizzato un utile di bilancio, contro il 19,2% che ha chiuso in perdita. Stabile l’indebitamento complessivo: il 20,1% delle imprese registra un aumento dei debiti, contro il 15,2%. In calo l’andamento degli investimenti: il 18,1% delle aziende li ha aumentati rispetto all’anno precedente, il 33,1% li ha diminuiti. Nel terziario il 30,5% delle imprese ha aumentato il fatturato; il 42,0% lo ha ridotto. Buoni i risultati di bilancio: il 57,7% ha chiuso il 2020 in utile. Per il 19,9% delle imprese, l’indebitamento è cresciuto (contro 11,9% che ne dichiara una riduzione). Frenano leggermente gli investimenti, che si riducono per il 23,8% delle rispondenti, contro il 22,1% che ne dichiara un aumento. 

Le oltre 1.200 imprese del campione si attendono, per i prossimi mesi, un recupero dei livelli di attività e ordini: i saldi complessivi riferiti a produzione e ordini migliorano di 17-18 punti percentuali. Diminuisce il ricorso alla cassa integrazione, che rimane comunque elevato, aumenta la quota di imprese che hanno in programma investimenti significativi, soprattutto nella manifattura. Stabile, su livelli elevati, il tasso di utilizzo di impianti e risorse. Tornano positive le attese delle imprese di minori dimensioni (sotto i 50 addetti), anche se resta ampia la forbice tra grandi e piccole.

“Vediamo timidi segnali di miglioramento, soprattutto nella metalmeccanica, ma cultura e turismo soffrono ancora moltissimo. Dobbiamo essere realisti, in quanto i fattori di rischio e incertezza restano forti. Sarà importante riuscire ad attrarre sul nostro territorio una parte significativa delle risorse europee del Next Generation Eu, con progetti strategici”, commenta il presidente dell'Unione Industriale di Torino, Giorgio Marsiaj.

Nel manifatturiero, il 25,7% delle imprese prevede un aumento della produzione, contro il 17,1% che si attende una diminuzione. Il saldo (pari a +8,6%) migliora di 18 punti rispetto a dicembre. Analoghe le previsioni sugli ordinativi: il 27,4% si attende un aumento, il 20,2% una riduzione. Si attenua la caduta dell’export. Il saldo ottimisti-pessimisti ritorna di pochissimo sopra lo zero, dopo 6 trimestri. Stabili il tasso di utilizzo degli impianti e la situazione dei pagamenti, mentre resta negativo l’andamento della redditività. Si rafforzano, seppur di poco, gli investimenti: la percentuale di aziende con programmi di spesa di un certo impegno aumenta di 6 punti, riportandosi sui livelli del 2019 (26,3%). Cala ulteriormente il ricorso alla CIG (- 28,1%), che resta comunque più che doppio rispetto alla situazione pre-pandemica.

Nei servizi gli indicatori migliorano in misura piuttosto sensibile rispetto a dicembre. Il 22,1% delle aziende si attende un aumento dei livelli di attività, il 17,9% una riduzione. Il saldo ottimisti-pessimisti migliora di 15 punti rispetto a dicembre (+4,2%). Indicazioni analoghe riguardano gli ordinativi: il 60% delle aziende si attende un portafoglio ordini stabile. Ancora deboli gli investimenti, che riguardano solo il 19,4% delle imprese (era 17,5 a dicembre). Diminuisce ulteriormente il ricorso alla CIG (20,1%, dal 26,7% di dicembre): il dato è comunque ancora elevato per gli standard del settore.

“Le incertezze sembrano diminuire, finalmente. È fondamentale un’accelerazione della campagna vaccinale ed un concreto coinvolgimento delle imprese sul Pnrr e sulla programmazione 2021-2027. Ci sono segnali positivi, a partire dall'accelerazione degli investimenti. Si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel, ma saranno cruciali le scelte di politica industriale dei prossimi sei mesi”, sottolinea Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte.

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