LOTTA AL COVID

Una scuola di "lecchini"

Lotta contro il tempo per introdurre i test salivari, in particolare per gli studenti di terza media e i maturandi. Dopo il via libera del ministero, la Regione assicura: "Siamo pronti". E c'è pure un prodotto made in Piemonte. Ma resta il nodo forniture

Maturità, una leccata la salverà? Il tempestivo avvio dell’utilizzo dei tamponi salivari potrebbe evitare l’incubo della quarantena a chi dovrà sostenere l’esame alla fine del ciclo di studi superiori, così come agli studenti delle terze medie? Sono molti – dai sindacati della scuola, alle associazioni delle famiglie, passando ovviamente per la comunità scientifica – ad esserne convinti, dopo il via libera da parte del ministero della Salute per l’utilizzo di questo genere di test per verificare l’eventuale positività al Covid, con un metodo decisamente meno invasivo e di più rapida esecuzione rispetto ai tamponi tradizionali. Due peculiarità che portano a riporre molte speranze nel test salivari ben oltre l’ultimo scampolo di un anno scolastico, di fatto trascorso quasi tutto lontano dalle aule, guardando invece proprio alla ripresa delle lezioni a settembre.

Il Piemonte, in realtà, non ha ancora del tutto accantonato l’ipotesi di una vaccinazione pre esame, almeno per quanto riguarda i maturandi. “Io lo proposi, credo come prima regione d’Italia, già mesi fa – ricorda il presidente Alberto Cirio –, allora però dovevamo ancora mettere in sicurezza gli over 80 e gli estremamente vulnerabili, ma era una riflessione che già avevamo messo sul tappeto. Credo che ogni decisione che vada nella direzione di tutelare fette importanti della nostra popolazione sia importante e i maturandi sono ragazzi che hanno patito molto, come tutti i ragazzi, ma con una sfortuna in più, perché chiuderanno il loro percorso di studi alle superiori dopo due anni di Covid. Quindi credo che sarebbe un’opportunità”. Per ora, quindi, ci si concentra sui test salivari.

Un utilizzo tempestivo, proprio per “affrontare gli esami di maturità e di terza media riducendo quanto più possibile il rischio di quarantene” lo chiede Carola Messina di Priorità alla Scuola, il movimento che unisce moltissimi genitori di alunni e studenti e che fin dall’inizio delle chiusure delle aule si è battuto per le lezioni in sicurezza, però in presenza. “In questi giorni abbiamo notizie di classi finite in quarantena e questo va evitato il più possibile – spiega –. Così come è indispensabile che si incominci a lavorare già adesso in vista del ritorno a scuola a settembre. Questi test credo possano dare un aiuto enorme, se come pare si possono fare a scuola evitando il ricorso agli hot spot che hanno inficiato la piena riuscita del progetto scuola sicura basato sui tamponi”.

Da quando, pochi giorni fa, la circolare del ministero ha indicato le linee guida per l’utilizzo dei test, comprendendo in queste le operazioni di screening, in Piemonte si sono susseguite riunioni nell’ambito del Dirmei, una è in agenda proprio per questa mattina. Lo scopo è quello di avere dal team di epidemiologi, “indicazioni precise su come e in quali circostanze utilizzare i salivari, per poi partire il più presto possibile”, come spiega l’assessore con delega ai laboratori Matteo Marnati.

Della necessità di lavorare “fin da ora” è convinta anche l’assessore regionale all’Istruzione Elena Chiorino. “Di fronte a test che possono essere fatti come una sorta di lecca-lecca anche ai bambini più piccoli e magari proprio in ambito scolastico, l’importanza di questa opportunità è evidente – aggiunge –. Come si deve affrontare per tempo il tema del trasporto pubblico, così si deve fare anche su questo fronte, con la consapevolezza che i vaccini daranno un’ottima copertura, ma il virus non sparirà. Insomma, bisogna fare tutto il possibile per evitare il più possibile di dover sospendere le lezioni anche solo in una classe”.

C’è chi anticipa i tempi, come la Lombardia e l’Umbria, ma in Piemonte ci sarebbe un elemento addirittura in più rispetto ad altre regioni: a gennaio era stata annunciato l’avvio di una sperimentazione di test salivari sviluppati dall’Università di Torino e quindi “autoprodotti”, come aveva sottolineato all’epoca Marnati. “Potrebbe essere una svolta nel rendere più veloce il tracciamento, unendo alta sensibilità e minor invasività”, aveva spiegato la professoressa Fiorella Altruda, direttore del Centro di Biotecnologie Molecolari dell’Università. Saranno questi test made in Piemonte ad essere utilizzati nelle scuole, ma anche in altri contesti come le Rsa o in alcune circostanze di comunità? “Dovranno essere gli epidemiologi a dircelo – spiega Marnati –. Anche se prevedendo un impiego massiccio e diffuso, proprio nelle scuole, è molto probabile dover ricorrere anche a prodotti che ormai sono sul mercato”. Ma per il loro approvvigionamento occorrerà indire una gara.

I tempi, guardando ai giorni di scuola che ancora restano e agli esami, sono molto ristretti. “Non appena arriva il via libera dagli epidemiologi, noi siamo pronti per partire” assicura l’assessore. Sempre che il tema della sicurezza a scuola non vada in vacanza, com’è capitato lo scorso anno per i trasporti, ripresentandosi irrisolto a settembre.

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